
Alexander Langer è per me da sempre una importante figura di riferimento, prima per il mio impegno ecologista e poi per quello politico. Ci parla con grande potenza etica e culturale, oltre che politica.
Langer è stata una persona straordinaria: uno scrittore, un giornalista e uno dei più grandi ambientalisti europei. Ha creato moltissime occasioni di promozione della pace, della convivenza, per i diritti umani e la difesa dell’ambiente.
La situazione della sua terra d’origine, l’Alto Adige, fu particolarmente importante nella sua formazione per il difficile rapporto tra le diverse comunità linguistiche. Però, si occupò anche del rapporto tra nord e sud del mondo, della situazione dei paesi dell’est europeo, delle sfide dell’integrazione europea, della strutturazione di un progetto pacifista, della conciliazione per superare la guerra come sistema di ordine globale.
Soprattutto il legame tra la conversione ecologica e la convivenza interetnica traccia una cornice che inquadra il nostro impegno con intuizioni che sono di un’attualità sorprendente quando, in pieni anni ‘80, richiamava alla necessità di ripristinare un equilibrio ecologico e di attuare una conversione ecologica ed economica della società. “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile” è una delle sue frasi più celebri, e che, come attivista ambientale, condivido maggiormente.
Perché la crisi climatica è anche una crisi della cultura. Se ognuno di noi fosse consapevole che ogni sua scelta ha un’impronta, un peso sul Pianeta di cui siamo ospiti e che lasceremo in eredità alle future generazioni, saremmo tutti più disposti a cambiare, anche di qualche virgola, il nostro modo di vivere.
Un cambiamento dei costumi che implicherebbe anche un mutamento dei consumi, tornando a una cultura globale non più basata sul dare troppo valore alle cose, ma fondata sul valore delle persone che ci circondano, sulle esperienze e sui vissuti. Una società fatta di cooperazione, comunità, solidarietà e non fondata solo ed esclusivamente sulla competizione.
Bisogna trovare il modo di comunicare il bisogno di un nuovo equilibrio e di una nuova umanità, incentrati sulla salvaguardia e sulla valorizzazione della diversità sia a livello naturale che nell’incontro con altri popoli. Perché solo con una piena presa di coscienza verde si può stabilire un nuovo equilibrio, un nuovo modello di convivenza che fa da ponte tra l’uomo e l’ambiente.
Dobbiamo avere la capacità di progettare una via di uscita da questo percorso, affiancando all’azione politica concreta l’aspetto culturale dei singoli.
Occorre sempre di più legare gli aiuti alle imprese a meccanismi di premialità, incentivando la conversione ecologica, l’uso più virtuoso delle risorse primarie, la riduzione dei consumi e delle emissioni. Creando così un volano positivo di crescita, sviluppo sociale, economico ed ecologico, basato su un nuovo modello eco-comunitario.
È questo il nuovo sentiero da provare a tracciare. Un sentiero che associa ecologia, comunità, transnazionalismo e nuovi modelli di sviluppo, dando vita a un nuovo paradigma che apre a nuove alleanze popolari, generazionali e sociali.
Ed è per mostrare la nostra gratitudine verso la sua visione unica e rivoluzionaria che, come Consiglio Comunale, abbiamo depositato una mozione per intitolare un ponte in memoria di Alex Langer.

Report
Miei commenti