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Quanto segue è una rielaborazione dell’intervento che ho fatto in Consiglio Comunale il 10 marzo 2025.

Io non so quanti colleghi e quante colleghe in queste ultime settimane siano usciti dal territorio monzese e abbiano incrociato, come è capitato a me, i cantieri e la devastazione che Pedemontana sta portando nelle zone attorno alla nostra città. Solo guardando le immagini pubblicate sui social media, l’impatto appare impressionante. Penso ai boschi di Bernate, ai campi e alle aree verdi di Biassono e di Lesmo.

Quasi due anni fa, a fine giugno del 2023, avevo condiviso con voi una mozione che ci ha fatto discutere di quest’opera che, anche se non la tocca direttamente, riguarda Monza. Un’opera che non aggiunge nulla di innovativo al nostro territorio e alla sua mobilità, ma va a cancellare interi ecosistemi.

Gli impatti saranno pesanti sulla nostra città perché uno dei collegamenti andrà a immettersi sull’SP60 e poi su Viale delle Industrie, con effetti negativi sul traffico già fortemente in difficoltà. Togliendo aria pulita e danneggiando i servizi ecosistemici di cui anche Monza ha finora beneficiato.

In queste settimane, sono andata alle manifestazioni dei comitati e ho visto con i miei occhi la violenza in atto verso il nostro territorio. È davvero triste vedere alberi che sono lì da decenni essere abbattuti in serie, trasformarsi da vita a materia.

Sembra che, come esseri umani, non abbiamo imparato nulla dalla crisi climatica, dal COVID, da tutte queste continue emergenze che viviamo quotidianamente.

Pedemontana è un progetto di Regione Lombardia. È giusto ricordarlo, perché spesso l’attenzione si concentra su Serravalle, Webuild, e Pedemontana S.p.A., mentre è fondamentale risalire alla fonte della progettazione, cioè Regione Lombardia. Questo progetto incarna un’idea di mobilità che, invece di potenziare il trasporto pubblico locale – ad esempio aumentando le corse degli autobus, cercando gli autisti che mancano o migliorando il servizio di Trenord, già in sofferenza, con pendolari lombardi che oggi non sanno mai a che ora potranno rientrare a casa a causa dell’inaffidabilità dei treni – continua a destinare ingenti risorse pubbliche a un’infrastruttura ormai superata.

Anziché investire nella mobilità sostenibile o in nuovi progetti di metrotranvie leggere, come la linea Desio-Limbiate o una linea a servizio dell’area vimercatese, oltre che nel necessario prolungamento della metropolitana fino a Monza, si insiste su un’opera che le analisi dei flussi di traffico dimostrano inefficace. Un’ennesima strada in uno dei territori più urbanizzati e consumati del Paese, destinata a non essere usata, anche a causa degli elevati pedaggi previsti.

Noi, anche in questo consiglio comunale, dobbiamo ribadire che la nostra idea di sviluppo è diversa. Non vogliamo aggiungere nuove strade, perché non pensiamo che il futuro sia quello di persone costrette a spostarsi ognuna con la propria auto, abbandonate a loro stesse, perennemente nel traffico e in ritardo.

Nel 2025, è insensato continuare a promuovere un modello che indica alle cittadine e ai cittadini la necessità di una macchina quale unica scelta per muoversi nella provincia di Monza e Brianza, come oggi di fatto avviene. Senza la possibilità concreta di decidere di utilizzare un autobus, un treno o la bicicletta. Perché effettivamente l’unica scelta sicura, puntuale e consentita è lo spostamento privato in macchina.

Quando si propone di progettare e realizzare queste alternative, la risposta è sempre quella che mancano le risorse. Le stesse che tuttavia si trovano per asfaltare, scavare, sbancare, abbattere alberi.

Occorre davvero cambiare strada, percorso, modello di sviluppo. Non è troppo tardi. Ancora molte sono le scelte aperte. Persino sulla tratta C, e addirittura maggiormente sulla tratta D.

Soprattutto ora, con i cantieri aperti che hanno destato l’attenzione di molte più persone, è il momento che la Politica faccia la sua parte per segnare un’alternativa.

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