
La trentaduesima edizione del rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente e Ambiente Italia, realizzato con la collaborazione editoriale de Il Sole 24 Ore, fotografa l’insieme dei 106 Comuni capoluogo dal punto di vista delle performance ambientali, raccontandoci un Paese fatto di realtà urbane sempre più affaticate dalle tante e solite criticità.
La visione complessiva dei risultati
Lo smog resta emergenza urbana. Nessuno dei capoluoghi riesce a rispettare tutti i nuovi valori guida OMS per la qualità dell’aria, sebbene crescano le città che rispettano i limiti normativi.
Migliora ancora la percentuale di raccolta differenziata che, per la prima volta, supera la media del 65%. Contestualmente, dopo qualche anno di positiva riduzione complessiva, torna però ad aumentare la produzione di rifiuti.
Restano alte le perdite della rete idrica. Sebbene cali leggermente la media complessiva, i capoluoghi perdono nel loro insieme ancora più di un terzo dell’acqua immessa in rete.
Su una nota più positiva, torna ad aumentare il monte complessivo di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Complessivamente, purtroppo cresce, seppur di poco, il consumo di nuovo suolo.
Per il quarto anno consecutivo continuano ad aumentare, anche se lentamente, i passeggeri che si spostano con il servizio di trasporto pubblico locale, attestandosi tuttavia ancora su performance generali molto lontane dai livelli delle migliori città europee.
Sale inesorabilmente il numero di vetture immatricolate e circolanti in ambito urbano, confermando come le nostre principali città siano enormi garage a cielo aperto, con il parco auto tra i più grandi d’Europa. Dopo anni di crescita, in questa edizione di Ecosistema Urbano, torna a scendere la media della superficie urbana dedicata alla ciclabilità, così come diminuiscono i metri quadrati destinati ai pedoni e alle zone a traffico limitato. Segnali preoccupanti, che fanno capire come non esista ancora la capacità di pianificare sistemi di mobilità davvero sostenibili e alternativi all’automobile privata.
Manca, in sintesi, una strategia nazionale in grado di programmare scelte di indirizzo capaci di cambiare davvero le nostre città, rendendole più sostenibili, al passo con i tempi e vicine alle necessità dei cittadini che le vivono. L’unica via possibile per rilanciare davvero il Paese è ripensarne le città, guardando alle emergenze di oggi, ben visibili dai dati, e a quelle di domani. A cominciare dai cambiamenti climatici.
La graduatoria in Italia
Gli indicatori selezionati per la graduatoria dei 106 capoluoghi esaminati nel report coprono sei componenti ambientali: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
Quest’anno, gli indicatori sono 19 e prevedono l’assegnazione di un punteggio complessivo massimo teorico di 100 punti.
I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica, visto che esiste almeno un capoluogo che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno degli indici considerati).
La media del punteggio dei capoluoghi si conferma in discesa, fermandosi a 54,24%, contro il 55,80% della passata edizione o il 56,41% di due anni fa.
Il 100% resta lontanissimo e nessuna città riesce quest’anno a toccare nemmeno l’80% (nella passata edizione solo Reggio Emilia ci riuscì). La soglia dei 75 punti su 100 viene superata dalle prime due: Trento (prima con 79,78%) e Mantova (seconda con 78,74%).
E Monza?
Il risultato di Monza
Monza è risultata al posto Nr. 64 su 106 con un punteggio di 52,02%.
Di seguito il posizionamento di Monza rispetto ai 19 indicatori così come viene presentato nella mappa interattiva disponibile a questo indirizzo.




Abbiamo evidenziato con le frecce rosse gli indicatori in cui Monza è risultata eccellente:
- Classifica Dispersione idrica (percentuale di acqua erogata rispetto a quella immessa) = posto Nr. 2 su 106
- Classifica rifiuti pro capite (Kg/abitante all’anno) = posto Nr. 6 su 106
- Classifica verde totale (metri quadri/abitante) = posto Nr. 2 su 106
- Classifica uso efficiente suolo = posto Nr. 11 su 106
- Uso suolo variazione su 5 anni di dati – Variazione consumo di suolo pro capite anni 2018/2023 (metri quadri/abitante) = posto Nr. 19 su 106
Si nota invece una grave criticità per quanto riguarda la qualità dell’aria: Concentrazione di Biossido di Azoto NO2, Ozono O3, Polveri sottili PM 2,5 e PM 10.
Molto resta da fare! Nei prossimi articoli vedremo con quali azioni la Giunta di Paolo Pilotto sta mitigando o cercando di risolvere gli elementi più critici della qualità di vita a Monza.

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