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pd_cortocircuitoIl risultato elettorale di febbraio ci ha lasciato in eredità: tre grandi minoranze, un paese in grave crisi economica e sociale, una legge “anomala che impedisce di ritornare alle elezioni, perché anche ci fossero, invertiti i fattori il paese continuerebbe ad essere ingovernabile.

Sul che fare, il PD il partito “meno minoranza” degli altri, si è trovato a gestire una situazione bloccata e con due compiti “impossibili”: fare un governo che avesse i numeri ed eleggere un Presidente che rappresentasse e svolgesse il suo ruolo di garanzia per l’insieme del parlamento e del paese.

In queste ore dopo il rifiuto dei 5St, per  formare un governo con il Pd e il rifiuto del centrodestra di fare un governo di scopo, abbiamo di fronte solo due alternative: un governo di “responsabilità” (Pd-Pdl-S.C) oppure tornare alle elezioni.

Il mandato di Napolitano e il tentativo di  Enrico Letta, va nella prima direzione a fronte di problemi sociali ed economici che il paese non può aspettare oltre.

Anche io come tutti ho vissuto questo periodo con emozione, amarezza,frustrazione,rabbia,delusione, voglia di abbandono, con questo articolo ho cercato di mettere da parte “la pancia” ed usare “la testa”, pur nelle incertezze e domande che continuo a pormi ogni giorno

“L’onda anomala”

Nell’arco di poche settimane abbiamo assistito impotenti a una “grande onda anomala”, che di volta in volta è andata a sbattere contro diversi scogli, con il risultato di affondare il “capitano” Bersani e la nave (il PD).

Un onda che prima è andata a sbattere contro i no dei 5stelle e anche i contro l’idea di un governo di minoranza o governi di scopo (centrodestra)…

In occasione della elezione del Presidente della Repubblica, l’onda ha cambiato completamente direzione ed è andata a sbattere: prima contro la bocciatura di Marini (proposta dal capitano senza sentire l’equipaggio) poi contro il suo stesso equipaggio (il Pd) che dopo avere trovato la scialuppa di salvataggio (Prodi), in gran segreto alcuni marinai dell’equipaggio, hanno pensato bene di  affondare la propria nave (il PD); infine per non annegare (insieme a tutto il paese)  la nave ha lanciato l’S.O.S alla capitaneria di porto, chiedendo al “vecchio comandante” di salvare il paese e se stessiaccettando tutte le condizioni poste dalla capitaneria, pur di non naufragare tutti.

“Il grande cortocircuito”

L’acqua (dell’onda anomala), nei sui vari passaggi ha incontrato le diverse “elettricità” presenti nei diversi componenti dell’impianto istituzionale e politico. Si è così creato un mega-cortocircuito, che ha mandato in tilt tutto il l’intero sistema che reggeva l’impianto.

Quello che qui mi interessa fare , è tentare di mostrare cosa è andato (secondo me) in cortorcuito e quanto e come ha contribuito il Pd.

Il Cortocircuito tra istituzioni e politica

Quando

·         ... in una Repubblica parlamentare:  i partiti, i grandi elettori e parte della stessa popolazione italiana, si è comportata (tifando) come  se andasse eletto  “il proprio presidente” (senza avere i numeri) e non ricercando invece un Presidente che svolgesse la funzione costituzionale di garante dell’insieme del parlamento e del paese.

__·         … si è pensato, che andasse eletto o osteggiato  un Presidente della Repubblica che fosse “funzionale” al proprio tipo di governo prefigurato

__·         … il “vecchio e  nuovo” Presidente, si è trovato (suo malgrado) costretto a determinare lecondizioni politiche”: per formare un governo, per pre-scrivere un programma (i saggi), per accettare il reincarico…sancendo così il fallimento della politica come capacità di scelta, mediazione, sintesi

Il cortocircuito tra gli interessi generali del paese e gli interessi particolari da difendere

Quando

_·         … nei diversi tentativi fatti dal Pd, ha trovato prima il muro dei 5 stelle e poi nell’attuale tentativo di una grande alleanza con pdl e scelta civica, quello della (comprensibile) impopolarità nella sinistra dentro e fuori il nostro partito

_·         … ognuno: sel per non sporcarsi le mani, m5st per difendere la propria verginità, le singole fazioni interne al pd o i singoli leader vecchi o nuovi per difendere le proprie posizioni di rendita

·         … in presenza di un paese reale, in piena crisi economica, crisi che fa pagare il prezzo a fasce deboli, esodati,cassintegrati,artigiani,enti locali; in una situazione dove si convive con le macerie istituzionali, politiche e partitiche (il Pd rimane l’unico partito in quanto tale e non personale) con i reiterati no interni ed esterni si è privilegiato l’interesse di parte particolare, rispetto a quello più generale

Il Cortocircuito delle alleanze

Quando

·         …. prima delle elezioni si sono definiti: soggetti ,  confini, programma, modalità di scelta democratiche (primarie e decisione a maggioranza nell’alleanza) e poi… “un minuto dopo” (era già successo nel 2007 con Di Pietro) l’alleanza si scioglie come neve al sole, come si pensa di essere credibili per poter governare anche in futuro?

·         … una volta sciolta l’alleanza (per responsabilità e/o mancanza di condizione), di fronte al tentativo di formarne di nuove (perché  nuove elezioni riporterebbe tutti al punto di partenza), la nostra base e parte dei dirigenti, si scandalizza (comprensibilmente) alla sola idea di una collaborazione con pdl e scelta civica per la presenza di Berlusconi e dall’altra sembra non emergano con la stessa ribellione rispetto ad un Movimento (5St.) e Grillo, un soggetto  che da mesi predica e pratica, attraverso  l’insulto sistematico, l’obiettivo di: scioglierei partiti e sindacati, annullare il 25 aprile, cancellare Equitalia,mettere in discussione euro ed  Europa, non accogliere gli immigrati nel nostro paese…  anzi una parte della base che sembra (e qualche dirigente) che molto  “comprensiva” e che non ha abbandonato l’idea di una possibile alleanza per il futuro.

Il Cortocircuito nel Pd tra e nella democrazia rappresentativa e diretta

Quando

_·         … la democrazia “rappresentativa”(gli organismi): è stata baypassata (far scegliere Marini senza confronto interno), umiliata (scelto unanimemente Prodi prima e tradito poi), “debole e non lineare” (scelta quasi unanime del  Gruppo per Napolitano con alcuni nostri “dirigenti” che dopo avere giustamente rivendicato democrazia interna , in aula si sono poi astenuti o votato altro

·         …a prevalere negli organismi, non sono le libere scelte individuali ma votazioni che rispondono per molti a  logiche di corrente politiche e/o cordate personali (vecchie e nuove).

·         … negli organismi, sembra non valere più la semplice ma fondamentale modalità democratica: proposte-  discussione – voto a maggioranza – impegno di tutti ad assumere poi le decisioni prese dalla maggioranza.

__·         … nell’esercizio di democrazia diretta (le primarie): 3 milioni di elettori scelgono il segretario o il  candidato premier, dandogli così piena delega e poi gli viene impedito di esercitare tale delega fino al termine del mandato, facendogli mancare le condizioni di fiducia;  questo contro la stessa volontà popolare espressa dal popolo delle primarie. Una situazione vissuta prima da Prodi, poi da Veltroni e infine da Bersani…per quale motivo la gente dovrebbe tornare a votare alle primarie se ogni volta ne viene svuotata l’utilità e il senso?

__·         … alcuni parlamentari eletti nei territori dalle primarie, pensano di rispondere solo ad esso (o a una parte di esso)  o alla propria relazione con il web…scordandosi  forse  che sono stati eletti dalle primarie del Pd  per  svolgere il proprio compito negli organismi di partito e parlamentarie, chiamati quindi a rispettare le regole democratiche degli stessi organismi.

__·         …. in definitiva è andato in cortocircuito la relazione tra democrazia diretta (elezione dei propri rappresentanti) con democrazia rappresentativa (funzionamento degli organismi)

Il  cortocircuito base-vertice – “vecchi e nuovi, uomini e donne”

Quando

__·         … di fronte ad una situazione di grave crisi del paese e del partito, la “base” fa giustamente sentire la propria voce di critica e di dissenso ai livelli superiori ma nel contempo pensa che le responsabilità siano solo addebitali  ai “vertici” del partito, rimuovendo così che, seppur con livelli di responsabilità diverse, molti dei problemi denunciati (leaderismo,fazioni,correnti etc.) attraversano anche la base stessa di molti organismi periferici; siamo quindi in presenza di cause e responsabilità che riguardano l’insieme del partito. Non esiste un “vertice cattivo e una base buona”

__·         … sembra prevalere anche in parte della base del Pd il motto grillino. “siete tutti morti – andate tutti a casa – siete tutti eguali”.senza sapere più distinguere responsabilità, esperienze, competenze e coerenze  positive ben  presenti nel partito a tutti livelli da quelle negative

__·         … negli ultimi anni, si è cercato di rispondere alla giusta sollecitazione di rinnovamento e ricambio di genere introducendo  un nuovo automatismo: giovani=rinnovamento, donne=pari opportunità, a volte scegliendo i candidati o gli eletti a prescindendo  dai criteri di merito, competenza,qualità,coerenza nei comportamenti

Il cortocircuito ha spento la luce, siamo nel tunnel ,con il buio completo, non vediamo né il fondo, né il tempo necessario per riparare e rinnovare la centrale, per riaccendere una luce.

Riaccendere la luce,ripartendo da noi,dal Pd di Monza,un “altro Pd è possibile”

E’ bene dirsi, per chi avrà voglia di continuare questa avventura, che  sarà un periodo lungo, dove ne buio sbanderemo ancora e perderemo molti altri utenti (i nostri militanti ed elettori), che in tanti non pagheranno più la bolletta (le iscrizioni), che sarà difficile trovare soluzioni programmatiche e chi dovrà essere il nuovo capitano della nave Pd.

Sappiamo anche che non ripartiamo da zero ma da 5 anni di lavoro programmatico, di esperienze democratiche e di rinnovamento importante.

Sì…i congressi saranno importanti ma  non perché urgenti, ma solo se sapranno darsi tutto il tempo necessario per confronti veri nel merito e meno tempo del passato per una “ginnastica democratica” chiamata a schierarsi su questo o quel candidato. Un lavoro che il  Pd monzese, può e deve fare già da subito, con pazienza e lungimiranza, sapendo andare “oltre la pancia” e facendo funzionare la testa.

Innanzi tutto continuando a svolgere bene il principale nostro compito: il ruolo del Pd di Monza e dei suoi Circoli, non  disperdendo quel patrimonio elettorale e di credibilità politica conquistato in questi anni di buon lavoro che anche in passato, ha saputo ottenere ottimi risultati  in controtendenza con i livelli provinciali e nazionali,

Questo significa per il Pd di Monza ,continuare ad operare (un lavoro non ancora concluso) per superare leaderismi e storici e cordate personali ancora presenti nella nostra città, promuovere partecipazione secondo criteri di  volontà, competenze e libere scelte, lavorando in squadra e rifuggendo da tentazioni “movimentiste e assembleariste” ma svolgendo bene ognuno la propria responsabilità, nei diversi livelli presenti nel partito e nella amministrazione della città che abbiamo aiutato a far vincere..

Come Pd anche a Monza saremo ancora credibili, se sapremo riprendere ruoli e luoghi partecipativi interni ed esterni  al Pd ma  soprattutto in relazione con i soggetti della città, un ruolo che non può che far bene al nostro Sindaco, all’amministrazione, al gruppo consigliare e al Pd locale. In conclusione continuare a dimostrare e testimoniare che un “altro Pd” è possibile.

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