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pumsNel secondo articolo del ciclo di approfondimento sulle tematiche del PUMS redatto dal Comune di Monza, tratteremo delle isole ambientali.

Le isole ambientali si definiscono come zone urbane composte da strade secondarie – ovvero interne alla rete “portante” della viabilità cittadina – all’interno delle quali si ha l’obiettivo di recuperare sia la vivibilità degli spazi urbani che la sicurezza. Il concetto di isola ambientale si può declinare in varie misure quali le Zone 30, le Zone scolastiche oppure le Zone a priorità ciclabile. Tra queste varie declinazioni di un singolo concetto molto importante per una città del prossimo futuro, questo articolo tratterà soprattutto di Zone 30, essendo questo il provvedimento che il Comune di Monza ha iniziato a realizzare.

Infatti, per mettere in pratica le indicazioni del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), il Comune di Monza ha stanziato circa 400.000€ per la realizzazione delle prime due Zone 30 in città nei quartieri Libertà e Triante.  Nel quartiere Libertà verrà istituita quale zona in cui vige il limite di velocità di 30 Km/h l’area delimitata dalle vie Einstein / Ragazzi del ’99, via Parmenide e viale Libertà (questa esclusa). Nel quartiere Triante la Zona 30 sarà invece all’interno del perimetro formato dalle vie Monte Cervino – Via Felice Cavallotti – Via Valcava – Canale Villoresi, che saranno però escluse dall’abbassamento dei limiti di velocità.

Nelle due Zone 30 si potrà prevedere la realizzazione anche di strade scolastiche, in collaborazione con le scuole presenti nelle due zone. La moderazione della velocità sarà ricercata anche attraverso la creazione di intersezioni e attraversamenti pedonali rialzati; questo principalmente per aumentare la sicurezza dell’utenza debole: pedoni e ciclisti.

Le Zone 30 costituiscono un fondamentale strumento con il quale le amministrazioni locali, tra cui quella di Monza, possono agire per diminuire l’inquinamento presente nelle città (sia acustico che atmosferico) e rendere le strade un posto più sicuro soprattutto per l’utenza debole. La letteratura scientifica è infatti unanime nel segnalare una notevole diminuzione di mortalità in caso di incidenti sia per pedoni che per ciclisti. L’esperienza dettata sia dai più noti casi studio europei che da Bologna conferma questi risultati: le Zone 30 diminuiscono gli incidenti in generale ed abbassano drasticamente la mortalità ciclistica e pedonale.

Resta però da chiarire che le Zone 30 hanno dei benefici molto limitati laddove la loro implementazione preveda unicamente l’installazione di segnaletica. Parte integrante della definizione delle Zone 30 stesse è costituito da interventi architettonici di moderazione del traffico (come piste ciclabili in sede protetta, l’installazione di dossi o la diminuzione della larghezza della carreggiata) che spingano gli automobilisti a limitare la propria velocità e diano veramente sicurezza all’utenza ciclabile e pedonale.

Chi volesse approfondire l’argomento può leggere il documento Documento_tecnico_Zone30. Nel documento troverete molti dati ricavati da numerose esperienze di Zone 30 a livello internazionale (Regno Unito, New York, Paesi Bassi) e a livello nazionale (la città di Bologna).

Qui il link per tutti gli articoli di approfondimento del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) di Monza.

GRUPPO TEMATICO MOBILITÀ PD MONZA
Luca Lionetti, Tommaso Capra, Marco Pietrobon

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