Seguici su: Facebook  Instagram  YouTube

La Regione Lombardia ha deliberato in questi giorni il riparto per le varie province lombarde delle risorse nazionali e regionali destinate alle politiche sociali: un 'portafoglio', come è stato chiamato, di 217 milioni di euro. Un portafoglio che resta per la gran parte dentro le tasche della Regione, lasciando a secco i comuni lombardi, i cui fondi sono stati drasticamente dimezzati.

Dei 73 milioni di euro del Fondo nazionale Politiche sociali, che il Governo ha assegnato alla Lombardia (cioè 21 milioni in meno dell'anno scorso), la Regione ne trattiene 35 e ai distretti locali non ne rimangono che poco più di 30, da destinare a una vasta gamma di servizi fondamentali per i cittadini.

"La Regione quest'anno - spiega Ardemia Oriani - ha deciso di centralizzare ancora di più la gestione delle risorse per favorire quelle che ha chiamato 'iniziative sperimentali di rilevanza regionale', mentre nel 2009 per le stesse finalità aveva utilizzato solo il 10% degli stanziamenti, lasciando la gestione del resto agli ambiti territoriali. Ai comuni verranno meno dunque le risorse per aiutare i propri cittadini a pagare le rette delle Rsa e dei centri per disabili, il trasporto sociale, i servizi di accoglienza diurni e notturni, il sostegno per il pagamento dell'affitto e delle utenze. Per contro la Regione, in questi mesi di campagna elettorale, potrà finanziare le solite iniziative spot, come il buono famiglia, erogate direttamente ai beneficiari dalle mani di Formigoni e trasformate puntualmente in evento mediatico".

Non va meglio se si guarda agli altri Fondi. Complessivamente, sommando le risorse dei tre fondi, quello nazionale per le Politiche sociali, quello regionale per le Politiche sociali e quello nazionale destinato alla Non Autosufficienza, il taglio è del 14%. Secondo il Pd la Regione sta mostrando il suo vero volto antifederalista e a farne le spese saranno come sempre i cittadini lombardi.

 

1800 Caratteri rimanenti