Seguici su: Facebook  Instagram  YouTube

Il quotidiano La Stampa la scorsa settimana ha portato alla luce una realtà terribile che vive nelle viscere della città di Milano: quella degli 'spacciatori d'aborto'.

Nelle stazioni metropolitane ambrosiane si vendono pillole antiulcera (Cytotec) per provocare aborti clandestini, soprattutto tra le straniere, ma non soltanto tra loro.

"La notizia - commentano la consigliera regionale Ardemia Oriani e la consigliera del Comune di Milano Francesca Zajczyk - ha evidenziato i nervi scoperti delle politiche per una maternità libera e consapevole portate avanti in questa Regione. L'alta percentuale di donne immigrate e la costante numerica di giovanissime (anche italiane) che ricorrono all'interruzione di gravidanza in Lombardia dimostra che su questi due target c'è bisogno di interventi diretti di cui la Giunta regionale in questi anni non si è fatta carico, nonostante le nostre continue sollecitazioni".

Secondo le consigliere democratiche servono programmi sistematici di educazione sessuale nelle scuole milanesi e lombarde, perché solo così si colma il vuoto informativo e si 'fidelizzano' le nuove generazioni all'utilizzo dei consultori e una presenza di servizi di mediazione linguistica costante all'interno delle strutture sanitarie e dei consultori.

"E' allarmante questo ritorno al ricorso all'aborto clandestino, una piaga che la 194 aveva quasi fatto scomparire, ma che nella nostra 'avanzata' Lombardia è tornato alla ribalta, a causa - spiegano Oriani e Zajczyk - delle sue arretrate politiche antiabortiste, all'altissimo numero di medici obiettori, ai tempi di attesa troppo lunghi per effettuare gli interventi, al numero sempre crescente di consultori privati accreditati che stanno sostituendo progressivamente la rete pubblica e che di fatto sono esonerati dall'applicazione della 194".

 

1800 Caratteri rimanenti