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iniziative_pd_donneVenerdì 28.6 alle 21 il Pd di Monza organizza un  incontro Pubblico presso il Centro Civico di Via Lecco, 12 a Monza  sul tema del “Femminicidio

Parteciperanno: Cherubina Bertola (Assessore alle Politiche Sociali e Vicesindaco del Comune di Monza)  Rosario Montalbano (Assessore all'Istruzione e al Personale del Comune di Monza)

Maria Luisa Carta (Presidente del Centro Aiuto Donne Maltrattate)  Egidio Riva (Sociologo, docente all'Università Cattolica di Milano)

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) la violenza è la principale causa di decessi o d’invalidità per le donne dai 16 ai 70 anni: più del cancro, più della guerra, più degli incidenti stradali.

Secondo l’ISTAT sono circa 6 milioni e 750 mila le donne italiane che almeno una volta nella vita sono state vittime di una violenza fisica o sessuale (pari al 31,9% della popolazione femminile).

Nel 2012 in Italia sono state uccise 124 donne da mariti, conviventi, fidanzati ed ex.

Una violenza di genere, dell’uomo sulla donna, che è prima di tutto fisica, ma anche sessuale, economica, psicologica e che chiama in causa tutti: le istituzioni, la politica, la cultura di massa e le agenzie educative.

In Italia è stato compiuto un passo importante con la recente ratifica alla Camera della Convenzione di Istanbul, che condanna ogni forma di violenza. La ministra Josefa Idem per parte sua si è impegnata a organizzare un Osservatorio Nazionale che studi la violenza di genere.

Molto però c’è ancora da fare.

Dobbiamo dire basta! anche nel nostro Nord progredito e sviluppato, anche e soprattutto all’interno delle famiglie, nelle case e nei “rapporti di prossimità”, dove il numero di omicidi in Italia è superiore a quelli perpetrati dalla malavita e dalla criminalità organizzata.

Le Regioni che contano maggiori femminicidi non sono solo al sud: sono la Lombardia, la Campania e l’Emilia Romagna. Moltissime sono le straniere vittime di violenza domestica: il 31%, ma è italiano il 73% degli assassini.

Dobbiamo rompere quel muro invisibile che circonda di un assordante silenzio la violenza e che fa sì che si intervenga quando è ormai troppo tardi.

Occorre una “rivoluzione culturale” che coinvolga anche il sistema educativo.

Le Istituzioni, nazionali e locali, devono fare la loro parte, insieme alle Associazioni e alle Agenzie presenti nel territorio. Occorre anche che ciascuno di noi, uomo o donna, si faccia carico di cambiare la concezione del ruolo della donna all’interno della famiglia.

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