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documento_aree_dismesseSabato mattina il Sindaco Scanagatti e l’Assessore Claudio Colombo, hanno presentato il Documento di indirizzo riguardo al futuro di 21 aree dimesse della nostra città.

Una presenza significativa in sala di cittadini, rappresentanti delle realtà locali e di operatori del settore.

Il documento presentato da Colombo, è’ un documento assunto dalla Giunta comunale, che pur non specificando indici e volumetrie, indica quale è la tipologia degli interventi che l’Amministrazione intende perseguire nei prossimi anni, riguardo ad un tema così importante come quello del recupero delle aree dimesse.

L’Assessore Colombo ha voluto in premessa, ricordare alcune scelte fondamentali che questa amministrazione ha già fatto e che invece fanno ancora fatica ad essere conosciute e percepite da comitati, associazioni e cittadini.

La cancellazione della mega variante proposta da Mariani. Una variante, questa sì, che avrebbe cementificato la nostra città.

La scelta per il futuro, è quella di  non procedere a nuovi interventi nelle aree “libere” che riguardino le aree agricole e verdi, questo  a difesa di un consumo di suolo, non più sopportabile dalla nostra città.

La scelta quindi è quella di pianificare gli interventi, che riguardano le aree dimesse: aree perlopiù compromesse e abbandonate a se stesse da decenni.

Due le priorità individuate:

-          la valorizzazione dei corsi d’acqua (Villoresi e Lambro), che con il progetto accolto da Expo, dovrebbe permettere recupero aree dimesse, di spazi a verde e bosco, di attivazione di interventi culturali

-          il recupero dell’Archeologia Industriale, come patrimonio storico e culturale della città

Sono stati poi presentati i 21 ambiti di intervento individuati , che dovranno essere soggetto di altrettanti singoli piani che andranno discussi in Consiglio Comunale

Interventi che riguardano aree delle quali da anni se ne parla ma senza che ci si è mai proceduto a progetti di recupero: l’Area Cgs, TpM, Fossati Lamperti, Pagnoni etc.

La realizzazione dei progetti, saranno legati a vincolati da negoziazioni tra “pubblico” e privato.

La filosofia che permea i diversi ambiti è questa: recupero delle aree attraverso interventi che prevedano residenzialità privata ,ampie quote di residenza “sociale”,  terziario, servizi e attività culturali e sociali, grandi recuperi di aree verdi e piazze, sistema di mobilità dolce e ciclabile.

I numerosi interventi del pubblico presente hanno rimarcato la positività delle linee programmatiche presentate e nel contempo hanno voluto sottolineare in particolare due attenzioni, che l’amministrazione dovrebbe avere nella progettazione.

Ritenere l’assemblea l’inizio di un processo partecipativo, che dovrà coinvolgere i cittadini interessati dagli ambiti nei singoli quartieri, così come le realtà associate che hanno una relazione sociale, culturale o ambientale riguardo a quanto proposto.

Una maggiore attenzione riguardo all’auto-imprenditorialità sociale e culturale, capace di essere parte degli stessi interventi, una presenza locale come volano che crea economia, nuova occupazione  e maggiore qualità.

Dopo il tanto rumore sulla presunta “volontà cementificatrice” di questa Amministrazione, abbiamo notato l’assenza dei maggiori protagonisti di questa critica fatta veicolare in città.

Una occasione  mancata per un confronto utile e necessario, se si ha davvero  cuore il futuro di una città che con questo documento presentato ha iniziato a prendere forma nella direzione della qualità della crescita e della difesa del territorio monzese.

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