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MB_Stampe_IconSi è inaugurata Sabato 22 nel salone dell’Arengario una bella mostra di stampe e altri documenti, promossa ed organizzata dagli Amici dei Musei con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del Comune e dell’associazione Novaluna.

Alberto Crespi, il curatore della mostra, ne ha fatto una articolata ed esauriente presentazione, collocando gli elementi esposti nel loro contesto storico ed artistico, soffermandosi sui soggetti rappresentati e sugli artisti, per lo più conosciuti solo dagli esperti di questa particolare forma d’arte. Ha sottolineato il fatto che oggetti delle rappresentazioni sono paesaggi, città e paesi, monumenti, ville, chiese, tutti circoscritti nella Brianza, che assume il carattere di vera e propria regione europea.

Si  possono osservare, come recita la locandina, “incisioni, volumi e documenti di tre secoli, da collezioni pubbliche e private”. Il materiale raccolto infatti data dal 1700 al 1900 e considera Monza e la Brianza sotto diverse tematiche: le opere si incontrano opportunamente raggruppate, per tema, lungo il percorso in ordine cronologico.

Così per il ‘700 incontriamo le opere riguardanti il territorio (es. una carta del Ducato di Milano del 1720), le città (es. l’acquaforte di G. Bianchi Veduta delle mura di Monza presso la porta di Milano del 1774), il Duomo e il suo tesoro con numerose citazioni in libri e disegni sulla Corona Ferrea e particolari dell’architettura del Duomo. Segue una cospicua documentazione sulla Villa Reale, i suoi arredi, i giardini ed il Parco. Ancora, sono esposte le incisioni contenute nei volumi degli storici Giulini e Frisi, tra cui le Memorie storiche di Monza e sua Corte di quest’ultimo.

Sul Duomo e il suo tesoro e sulla Villa ed il Parco continuano le abbondanti testimonianze anche nelle opere dell’800. La facciata del Duomo diventa un soggetto molto “gettonato”: artisti italiani e stranieri, che inseriscono Monza nell’itinerario artistico italiano “obbligatorio”, la riproducono nelle loro opere. Significativa, per quanto riguarda la Villa, la raccolta di 16 litografie (“Vedute principali della I.R. Villa di Monza”) disegnate da C. Sanquirico per conto del Viceré del Lombardo Veneto.

Ma l’’800 ci offre anche tematiche più varie: una è quella delle incisioni che riproducono le personalità d’epoca (da Francesco Melzi a Francesco I imperatore d’Austria, da Giuseppe Parini a Maria Teresa d’Austria ad Alessandro Manzoni), un’altra è quella delle mappe (il territorio letto attraverso carte, mappe, album e vedute) da cui si individuano i primi tentativi di una rappresentazione razionale del territorio, e qui l’artista ha evidentemente tradotto l’opera di un geometra o di un topografo. In questa sezione c’è anche la rappresentazione del territorio attraverso le “tradizionali” vedute: da non perdere le 24 acqueforti dei coniugi Lose (incisori tedeschi che operarono a Milano e dintorni nella prima metà dell’800) raccolte nel Viaggio pittorico nei monti di Brianza, una vera chicca!

Completano la rassegna dell’800 copie di giornali d’epoca e volumi su fatti storici e di cronaca, e altre curiosità, come l’opuscolo di tale L. Corbetta Di che possa intrattenersi il forestiero in Monza, una specie di Penguin Book del 1839.

Il Novecento è il secolo meno “abbondante” di testimonianze, poiché si limita alle, seppur pregevoli, incisioni di Anselmo Bucci con alcuni soggetti monzesi.

Come se non bastasse, la mostra viene arricchita da tre conferenze organizzate da Novaluna:

giovedì 27 ottobre alle 21, La città e il paesaggio (dal’incisione classica all’immagine contemporanea), della prof.ssa Cristina Muccioli

giovedì 10 novembre alle 21, L’arte non serve a niente (un’ipotesi cancellatoria), di Emilio Isgrò

giovedì 24 novembre alle 21, Fotografia come mappa (L’occhio dei fotografi sulla città), di Francesco Zanot

Le conferenze si terranno nello stesso salone della mostra.

Ultima notizia utile: il curatore della mostra, Alberto Crespi condurrà delle visite guidate alla mostra nei giorni 6 e 20 novembre a partire dalle 16.30. E’  il caso di approfittarne!

La mostra è comunque aperta fino al 27 novembre 2011.

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