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25aprile2011_4Un 25 aprile assolato, che ha coinciso con il giorno di Pasquetta, ha visto sfilare puntualmente i rappresentanti di tutte le Associazioni partigiane e combattentistiche, i cittadini sensibili ai valori della Resistenza e della democrazia , diversi giovani che non hanno voluto far mancare la loro presenza in una giornata così importante e le Istituzioni (al minimo) che parevano scaraventate giù dal letto in gran fretta, per ottemperare ad un dovere sentito solo dal calendario.

Si sono ritrovati tutti a sfilare per la via del centro di Monza, dietro alla banda, dimenticando, per quel breve tratto di strada, le diverse provenienze di ciascuno di essi. Lungo i 558 passi che da piazza Citterio conducono a piazza Trento e Trieste la banda ha accompagnato i presenti con un repertorio sonoro sicuramente impeccabile, senza tuttavia, mai intonare un canto proprio della Resistenza.

In piazza, davanti all'entrata principale del Comune, rappresentanti istituzionali di fresca nomina hanno assistito all'alza bandiera nella posizione di "riposo" e hanno ascoltato l'inno nazionale con la mano sul cuore (colti forse da un improvviso attacco di angina-pectoris) , ignorando che noi italiani facciamo entrambe le cose sull'attenti!

25aprile2011_3L'intervento di Carlo Ghezzi, Presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio e rappresentante ANPI, e quello di una giovane studentessa del Liceo Zucchi, che proponeva ai presenti parallelismi tra il passato e i tempi odierni, citando autori classici, sono stati boccate d'aria fresca in una piazza Trento in cui il caldo iniziava a farsi sentire.

Il turno del Sindaco, invece, è arrivato quando le lancette dell'orologio del Duomo si avvicinavano al mezzogiorno, e forse sarà per questo motivo che i morsi che alcuni hanno sentito allo stomaco sono stati scambiati per fame.

Così, mentre il Primo cittadino stava ancora salendo le scalinate del Comune , che fungevano da palco, da alcune parti della folla uscivano gemiti e fischi di un preveggente dissenso . In quell'attimo l'Istituzione monzese, forse, si è resa conto (una preoccupazione giammai avuta prima ) di non aver contattato la propria claque personale pronta a sorreggerlo, come prevede, invece, il "cerimoniale blasfemo" di una corte lussuriosa che ha tentacoli lungo tutto lo stivale.

Il "discorso del Sindaco" fu fin dal principio un intervento poco convincente, infiocchettato da immancabili aneddoti familiari e giovanili. Un'oratoria poco sentita, tipica di chi pare più avere a cuore l'ora del pranzo che il ricordo e il monito dei valori della Resistenza.

25aprile2011L'equilibrio precario di un discorso la cui logica era difficile da cogliere resse poco ed in breve tempo il Nostro scadde in qualunquismo voluto, cercato, poco ( o per nulla) rispettoso né dei morti né dei vivi.

Ma l'eloquio pesante e farraginoso fu risvegliato e ravvivato prima da uno scampanio festoso del Duomo e successivamente da un "Bella ciao" intonato dai ragazzi del Boccaccio lungo il limitar dei presenti. Provocazione voluta, la seconda ... oppure un gesto per colmare una lacuna sonora nelle celebrazioni ufficiali?

In ogni caso fu una variazione al tema non tanto gradita ... poiché gli spartiti, e specialmente i pezzi d'insieme, vanno eseguiti alla lettera , suvvia!!!! E le improvvisazioni ardite devono essere "severamente" bandite!!!

Ne uscì un finale grottesco, degno delle peggiori telenovelas messicane. A teatro il Nostro  sarebbe uscito dalle scene accolto da un lancio di pomodori maturi: la piazza fu, invece, più clemente.  

Intanto i fazzoletti tricolori che avevano adornato “l’alternativo palco” ai piedi del Comune, garrivano alla brezza del mezzogiorno: un vento di aprile, tiepido, morbido e leggero, ma  che, a volerlo ascoltare bene … non aveva mai smesso di fischiare........  

 

 

  

 

 

 

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