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case-popolariImmersi ogni giorno, da una vita amministrativa e politica che ha avuto in questi mesi al centro, quasi unicamente il “ballo del mattone” e la Villa Reale, il rischio è che ci si dimentica dei tanti altri problemi della gente. In primis quello della casa.

In questo clima di perenne scontro in aula, è certamente una gradita anomalia, che una Commissione (speciale) Comunale ha prodotto un documento unitario di analisi e proposte sulla situazione e i bisogni riguardo alle case popolari.

24 le riunioni della Commissione, che ha visto l’Assessore Antonicelli, il Presidente Ascrizzi e il nostro consigliere Longoni come principali protagonisti.

Il documento parte da un assunto: il cambiamento della presenza e della domanda di case popolari, che vede l’emergere di una società multi etnica e il cambiamento dei nuclei famigliari, sempre più frammentati dalla notevole presenza di separazioni.

La Commissione individua al riguardo alcune linee d’azione:

-          aumentare le possibilità di accesso all’affitto e/o acquisto della prima casa in forme convenzionate

-          realizzazione di nuove unità abitative con interventi diretti (Comune, Aler) o dei privati a prezzi calmierati e convenzionati.

-          sviluppare l’esperienza dell’housing sociale, come possibilità di riqualificazione degli edifici ma anche come opportunità di partecipazione degli inquilini

-          creazione di una “Agenzia della casa”, come tramite tra domanda e offerta di alloggi che veda il Comune come soggetto in grado di concordare con i privati canoni agevolati  per gli inquilini e fornendo ai proprietari le garanzie finanziarie necessarie

-          agevolando i proprietari che hanno immobili sfitti interessati a convenzioni comunali , con azzeramento dell’I.C.I e riduzione delle imposte

Un altro lavoro interessante fatto dalla Commissione,  è stato quello di “guardarsi intorno”  e cercare di fare proprie buone prassi, già in atto in altre città.

In questa direzione si collocano proposte di:

-          incentivazione alla mobilità interna e al sostegno verso affitti o acquisto ad alloggi esterni alle case popolari

-          costruzione di fondi di solidarietà per aiutare le situazioni più bisognose e meritevoli

-          creazione di forme di associazionismo tra inquilini , come soggetti attivi e positivi della manutenzione del patrimonio immobiliare popolare; “portierato sociale” e “organismi di sorveglianza” come strumenti di monitoraggio dei problemi presenti nelle abitazioni popolari

Infine, non si è voluto sfuggire a un problema delicato come quello della morosità, cioè di quegli inquilini che non pagano il canone, impedendo così ad altri inquilini di poter accedere alle case.

A Monza “i morosi” sono 400 con una tipologia diversificata: chi occupa senza titolo (36), chi è seguito dai servizi sociali perché non ce la fa e chi ritarda nei pagamenti.

Il punto di equilibrio individuato,  è stato quello di definire una strategia diversificata, che da una parte combatta l’abusivismo con rigore e dall’altra tenga conto e sostenga le situazioni davvero difficoltose.

Per queste ultime, è valso il principio di pagamento di quanto è possibile e con continuità, piuttosto di un improbabile recupero totale.

Di questo grande e positivo lavoro, la stampa e la politica ne ha parlato davvero poco, sta adesso alla Amministrazione Comunale e al Consiglio sapere far seguire alle proposte i fatti.

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