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granelli_2Voglia di aria pulita in politica sabato 22 gennaio a Milano in via Vivaio, nel ricordare Il senatore Luigi Granelli, scomparso il 1 dicembre 1999

Molti gli esponenti del cattolicesimo democratico.  Da Rognoni a Garavaglia a Bodrato a Farinone a Bajo a Nadir Tedeschi a Ortolina,  ed altri,  oltre al giornalista Carlo Casati, che hanno compiuto una parte del loro cammino politico o semplicemente hanno condiviso con lui molte battaglie,

L’occasione è stata la presentazione di una ricerca su Granelli, elaborata da Elisa Versace e Maria Chiara Mattesini.

Tra le testimonianze Maria Pia Garavaglia ricorda che Luigi, autodidatta, era diventato un riferimento culturale, soprattutto per i giovani.  Sapeva parlare con competenza ( prima di affrontare un discorso prendeva molti appunti) , e aveva una qualità oratoria e una logica argomentativa strepitose, ricorda Farinone.

Quello che lo ha sempre contraddistinto, nei suoi 50 anni di attività politica, è stata la sua integrità morale, il suo non rinunciare mai a nulla delle sue idee. “ fare quel che si è detto, e vivere quello che si fa” era un suo motto.  Aveva radicato fortemente il senso laico dello stato.  Lui credente convinto, affermava coerentemente e decisamente il principio conciliare dell’indipendenza dei laici rispetto alla gerarchia, nell’assunzione di responsabilità in ordine al governo della cosa pubblica.

Memorabile l’ostracismo che subì dall’allora card. Montini   ( poi Paolo VI ) a causa della sua apertura verso i partiti della sinistra.  Gli costò un decennio di lontananza dalle cariche elettive.

Toccante la testimonianza di  Bodrato, che con Granelli ha compiuto un percorso per molti versi parallelo, compreso il sodalizio intenso con Marcora. La speranza, ricordava, secondo S. Agostino ha due figlie: la rabbia ed il coraggio.

E di coraggio Luigi ne ha sempre dimostrato, non come quei politici che si fanno condizionare dai sondaggi. Un’altra osservazione acuta fu quella secondo cui l’esito dei referendum  è  spesso indipendente dall’interpretazione politica  che ne segue. Sapeva prendere posizioni anche minoritarie, perché a queste lo spingeva l’ethos dell’impegno civile.

Infine  Virginio Rognoni, che gli fu molto vicino, ricorda come Luigi fosse in disaccordo con Martinazzoli, a proposito dell’abbandono del nome del Partito  DC, ed auspica che, in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, sia dedicato spazio commemorativo anche al partito della Democrazia Cristiana, che  non può essere dimenticata per il ruolo che ebbe  nella politica  del nostro paese.  Una intera classe politica del cattolicesimo democratico operò in essa, e se vi furono aspetti negativi,  uomini come  De Gasperi, Moro,  Marcora e, perché no anche Granelli, la onorarono con la loro vita politica.

Assistendo a queste rievocazioni viene da fare un’ultima riflessione:  a chi dice che i politici di carriera non hanno mai lavorato, ricordiamo che Luigi ha saputo onorare per 50 anni l’impegno politico come servizio, sapendo “servire in piedi” come diceva don Primo Mazzolari.

A Monza lo ricordiamo nel 1992 quando, in piena Tangentopoli, prese in mano ciò che restava della DC monzese, e seppe rinnovarla reclutando persone nuove che poi, attraverso la metamorfosi in Partito Popolare, poi Margherita, ed ora con l’adesione al PD, danno ancora testimonianza di quell’impegno civile e laico che è caratteristica del cattolicesimo democratico.

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