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Immagine_Italicum

Assistiamo in questi giorni ad un vivace dibattito sul sistema elettorale proposto dal PD e definito "Italicum". La critica principale riguarda l'assenza delle preferenze che, non si sa perché, sono diventate la soluzione a tutti i mali.

A mio giudizio, chi critica questa proposta di legge, sta guardando il dito anziché la luna, provo a spiegarvi il perché.

1. Il primo problema del "Porcellum" non era l'assenza delle preferenze, ma la lunghezza delle liste: essendo le circoscrizioni molto grandi, non si conosceva la maggior parte di coloro che sarebbero stati eletti e quei pochi che si conoscevano rischiavano di essere in posizioni troppo arretrate e quindi difficilmente eleggibili. La riduzione della lunghezza delle liste (a 3/6 candidati) e della grandezza delle circoscrizioni farà sì che tutti candidati in lizza saranno noti ai cittadini permettendo quindi una elezione “diretta”.

2. Il secondo problema del "Porcellum" era l'enorme premio di maggioranza attribuito alla coalizione che prendeva più voti: il PD alle ultime elezioni aveva circa 1/4 dei voti, ma alla Camera ha più del 50% dei deputati. Una soglia di accesso al premio di maggioranza più alta è quindi preferibile (a mio giudizio il 40-45% sarebbe l'ideale), così come il ballottaggio tra le prime due coalizioni in caso di non superamento di tale soglia.

3. Il terzo problema del "Porcellum" era la differente composizione di Camera e Senato: modificando le funzioni del senato o (perché no?) abolendolo, l'anomalia sparirebbe.

4. Senza le preferenze la competizione elettorale è una competizione tra partiti. Con le preferenze la competizione oltre che tra partiti diventa tra candidati: ogni candidato deve stampare e distribuire volantini, manifesti e "santini". Sono tutti costi che deve sostenere e che in un modo o nell'altro ricadono sui cittadini (senza contare che i candidati più ricchi saranno avvantaggiati rispetto ai più poveri). Se i partiti facessero al loro interno le "parlamentarie" non ci sarebbe alcuna necessità di introdurre le preferenze e si ridurrebbero i costi perché, facendole all’interno dello stesso partito, il controllo delle spesa è più facile (come dimostrato da PD e M5S).

5. Storicamente le mafie hanno utilizzato le preferenze per controllare il voto: metodi per farlo ce ne sono centinaia e sono tutti documentati su internet. Anche per questa ragione meglio quindi la liste bloccata.

6. Infine una considerazione sulla cosiddetto sbarramento al 5%. Mi pare un artificio inutile in un sistema con liste corte. Nella migliore delle ipotesi (lista a 6 candidati), per eleggere un candidato sarà necessario raccogliere almeno il 16.7% dei voti, un traguardo irraggiungibile per molti degli attuali partiti.
Ci sono partiti "piccoli" con una forte caratterizzazione regionale: pesano poco sul piano nazionale, ma in certe provincie sono la prima o seconda forza. Mi parrebbe poco democratico che tali partiti restassero fuori dal parlamento.

A mio giudizio l'Italicum proposto con una soglia di accesso al premio di maggioranza più alta e senza lo sbarramento al 5% sarebbe il miglior compromesso possibile.

 

Nota della redazione
Con una dichiarazione rilasciata oggi al quotidiano “La Repubblica”, il segretario Renzi, smentendo le voci di un suo nuovo incontro con Berlusconi , ha affermato:
Il PD ha fatto la sua parte, coerente con le primarie e con il voto della direzione. Abbiamo dato la disponibilità a ridurre il premio di maggioranza per accogliere il rilievo di parlamentari e costituzionalisti. Ieri ho chiesto ai nostri deputati di ritirare gli emendamenti per evitare ogni alibi sulle divisioni interne. Bene, adesso tocca al Parlamento” ha proseguito Renzi  “Personalmente non mi farò ingabbiare nelle stanche liturgie della politica tradizionale: le carte sono in tavola, nessuno può bluffare. Se qualcuno vuole far saltare tutto, lo faccia a viso aperto e lo spieghi al Paese.

Per il testo integrale si rinvia l link

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