Con questo articolo, intendiamo riprendere le principali esperienze presentate durante i lavori di “Pd Porte Aperte” dello scorso 10 maggio.
Il nostro obiettivo come sito è quello di “non disperdere” un prezioso patrimonio di idee e buone pratiche utili per stimolare riflessioni anche nel nostro partito e per la nostra Amministrazione Comunale.
Sappiamo bene quanto sia importante “alzare lo sguardo ad altre esperienze” avendo comunque consapevolezza che ogni città è diversa e debba rispondere a problematiche e condizioni diverse.
L’Assessore alla Mobilità di Bologna Michel Campiello, nel suo intervento ha ripercorso l’esperienza di Bologna Città 30.
A questo link potrete approfondire nei dettagli l’intera relazione. Qui ci limitiamo a sottolineare alcune “parole chiave”, di un progetto per ora unico in Italia ma che sta stimolando molte altre città ad intraprendere e allargare questa modalità innovativa di Mobilità sostenibile.
Bologna Città 30 si è realizzata attraverso tre 3 fondamenta: la mobilitazione di 40 Associazioni della città, che hanno sollecitato l’Amministrazione Lepore (firmatario dell’appello) ad affrontare il tema della sicurezza stradale – uno sguardo approfondito, di chi in Europa da anni sta già sperimentando positivamente, quali Berlino, Barcellona, Bruxelles e Parigi – la scelta di collocare questo progetto in una strategia e una idea di città più ampia.
“È una città che mette al centro la salute delle persone e punta ad azzerare le morti in strada. Bologna Città 30 è un nuovo concetto di città, ancora più vicina alle esigenze di tutte le persone che la abitano. Nessuna esclusa.
Fermo restando, che il progetto è ancora molto giovane e sperimentale, incoraggiante è stato l’avvio del primo anno con i primi importanti risultati positivi.
È bene soffermarsi su alcune scelte che stanno permettendo la riuscita di questa sperimentazione.
Innanzi tutto, un “Patto” tra “Politica e Comunità”, che ha visto cooperare prima e durante, Amministrazione e Associazioni anche in termini di partecipazione, sia nella progettazione che in termini concreti con i punti informativi – gli Ambasciatori della Città 30 – Le migliaia di questionari proposti e raccolti.
La chiarezza degli obiettivi: “Migliorare la sicurezza stradale: meno incidenti e meno gravi - Incoraggiare la mobilità attiva e ridurre il traffico veicolare - Migliorare la qualità dell’aria e ridurre il rumore – Abbassare la velocità – Ridisegnare le strade – Controllare il rispetto delle regole – Accompagnare il cambiamento – Un grande investimento in comunicazione e partecipazione, realizzando un progetto con e non contro i cittadini.
Riguardo agli interventi viabilistici, i principali sono stati. Il restringimento delle corsie – le strisce pedonali rialzate – la realizzazione di piazze scolastiche e pedonali – l’aumento delle piste ciclabili e l’istituzione delle corsie ciclabili.
I risultati del primo anno, sanciscono che la strada intrapresa è quella giusta: meno persone decedute e meno incidenti – aumento dell’utilizzo delle biciclette e dei mezzi pubblici – meno inquinamento.
E’ bene ricordare che l’avvio e la realizzazione di Bologna Città 30 ha dovuto fare fronte, prima con la contrarietà locale, che si è arenata nel fallimento della raccolta firme che aveva l’obiettivo di cancellarne il progetto, poi con i reiterati e mediatici attacchi del Ministro Salvini in prima persona. Ministro che poi, con il nuovo Codice della Strada, ha introdotto molte misure atte a ridurre se non bloccare esperienze di questo tipo.
Ma questa esperienza cosa dice a noi come Monza?
Da una parte è innegabile, che la nostra Amministrazione e il suo Assessorato sta lavorando in questa direzione: l’avvio dei progetti per la sicurezza stradale verso le zone 30 – il progetto con Atam a San Rocco per le strade scolastiche e le piazze di quartiere – l’interlocuzione con Fiab Monza in Bici.
Dall’altra, il problema di come sia necessario “accompagnare” e costruire il consenso con i cittadini interessati (vedi problemi con le nuove tariffe delle strisce blu) e la mancanza di un investimento adeguato in comunicazione che permetta, anche di avere una lettura strategica riguardo alla Mobilità Sostenibile.
Sono questi i problemi aperti, che anche l’esperienza di Bologna ci stimola a prenderli in mano urgente ed adeguata.
