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PdLa campagna elettorale per le politiche 2018 è davvero alle porte. La data del voto – 4 marzo 2018 – si avvicina a grandi passi e il Partito Democratico vuole porre l'accento su quanto costruito durante questa legislatura. Cosa è stato fatto? Tanto. Anzi, tantissimo. Oggi parliamo di quattro temi eterogenei tra loro ma tutti di basilare importanza: industria 4.0, reddito di inclusione, tutele per le partite Iva e testamento biologico.

Industria 4.0

Sono stati stanziati 20 miliardi di euro fra incentivi, fondi per la ricerca e detrazioni per le start-up. Azioni concrete che hanno guardato a ricerca e innovazione, garantito investimenti e il conseguente aumento dei posti di lavoro. Risorse economiche che guardano al futuro. Per essere pronti e mettere, davvero, la priorità al lavoro.
Si legge sul sito "Deputati Pd Fatti Concreti": “Abbiamo puntato su Industria 4.0 venti miliardi di euro fra incentivi, fondi per la ricerca, detrazioni per le start-up. Il Piano nazionale ha un potenziale enorme perché guarda con coraggio al futuro, e comincia però a dare già con chiarezza i suoi frutti. Siamo la seconda realtà manifatturiera in Europa, la settima nel mondo, ma per crescere e restare competitivi di fronte all’esplosione di novità offerto dalla quarta rivoluzione industriale dobbiamo accettare la sfida del cambiamento e trasformarla in opportunità. Industria 4.0 significa questo. Il Piano nazionale del governo mette in campo un progetto che integra impresa e ricerca, lavoro e tecnologia avanzata”.

Reddito di inclusione

La prima misura nazionale di contrasto alla povertà attraverso un reddito mensile e progetti personalizzati. Le risorse per questo aspetto chiave delle politiche sociali ammontano a 1,5 miliardi nel 2017 e 2 miliardi nel 2018.
Contro la povertà c’è bisogno di agire, ma in troppi parlano e basta. I temi sociali sono prioritari nella nostra agenda di Governo. Non parole o slogan, piuttosto interventi specifici e leggi che possono aiutare chi è in difficoltà. Dal 1° dicembre 2017 è attivo il reddito di inclusione, la prima misura nazionale di contrasto alla povertà, uno strumento per l’inclusione sociale e la lotta all’emarginazione.
Il beneficio è rivolto alle persone in povertà assoluta, dando priorità alle famiglie con minori, disabili, donne in gravidanza a quattro mesi dal parto e over 55 disoccupati.
L’importo del beneficio è pari ad un massimo di 534 euro mensili (6.408 l’anno) e potrebbe aumentare l’anno prossimo a fronte di risorse ulteriori stanziate nella legge di bilancio fino a 540 euro.
Il beneficio economico è erogato tramite la carta REI che consente anche prelievi di contante entro la metà dell’importo massimo attribuito. La carta viene concessa dalle Poste. La domanda dovrà essere presentata presso i comuni o altri punti di accesso indentificati dai comuni stessi.

Tutele per le partite Iva

Lo statuto del lavoro autonomo approvato a giugno ha esteso a 2 milioni di lavoratori diritti essenziali: garantiti loro tutele e diritti, spese di formazione e aggiornamento deducibili al 100% e un fondo annuale di 50 milioni di euro.
Sono lavoratori come gli altri, ma non avevano gli stessi diritti né le stesse tutele. Lavoratori di serie B, partite Iva, freelance e professionisti, sono stati per vent’anni abbandonati nel far west della flessibilità. Lo Statuto del lavoro autonomo (non imprenditoriale) ha riempito il vuoto ed ha esteso a 2 milioni di lavoratori diritti essenziali come la maternità, la malattia, il giusto compenso e la disoccupazione.
Nuovi strumenti legali per proteggersi da eventuali scorrettezze dei committenti: 60 giorni per i pagamenti, oltre i quali scattano gli interessi di mora; divieto per il datore di lavoro di recedere o modificare unilateralmente il contratto che, se richiesto dal lavoratore, deve essere in forma scritta altrimenti è nullo; meccanismi per impedire compensi inadeguati; equiparazione degli autonomi alle imprese per partecipare a bandi e appalti pubblici e per accedere ai fondi europei.

Testamento biologico

Altra battaglia del nostro governo che ha portato alla prima misura nazionale per rispettare le volontà e la dignità del paziente. Attraverso una regolamentazione sull'accanimento terapeutico e il consenso informativo DAT. Una misura dedicata a tutti gli italiani.
Con umiltà e con rispetto, possiamo oggi dire che il testamento biologico è legge. Una legge che in alcun modo vuole introdurre l’eutanasia ma semplicemente evitare l’accanimento terapeutico. Accettare di non poter impedire la morte, accettare i limiti della condizione umana. C’è una crescente capacità terapeutica e sono stati fatti passi avanti enormi da parte della scienza e della medicina, e queste sono notizie positive. Quello che noi rifiutiamo è che la morte venga dilazionata con forme di accanimento. Questa legge rispetta la vita, con l’obiettivo di tutelare i pazienti, le loro famiglie, i medici e il personale sanitario. La nostra guida è stato l’art 32 della Costituzione, che al secondo comma stabilisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Per i diritti civili questa è stata una legislatura straordinaria.