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lavoratori immigratiQuesta settimana i laboratori statistici SWG “Scenari d’Italia” hanno chiarito, con l’onestà e la limpidezza di cui solo i dati sono capaci, un punto cruciale: agli italiani non piacciono gli extracomunitari; è il 63% degli intervistati ad attribuire un ruolo negativo agli stranieri in Italia. A ciò si aggiunge una certo favore espresso all’idea del blocco navale del Nord Africa e all’immediata espulsione di coloro che sbarcano sulle nostre coste.

Tralasciando coloro che scappano dalle atrocità della guerra, che rappresentano sicuramente un’emergenza europea, ma verso i quali dovrebbero essere rivolti soltanto sentimenti di comprensione e solidarietà, è interessante cogliere tutte le diverse sfumature dell’odio verso lo straniero.

Ci portano via il lavoro?

La risposta politicamente corretta a questa domanda sarebbe : “No, anzi rappresentano una risorsa, buona parte dei lavoratori stranieri è poco qualificata
e svolge perlopiù quelle mansioni che a noi non piacciono più”.

La risposta più in linea con la realtà è: “Sì, con un ma.

Sì, ma questo furto, sempre che di furto si possa parlare, lo abbiamo istituito e incentivato noi.

In tempi di crisi economica la coperta è corta per tutti e l’ipotesi che migliaia di italiani rifiutino tutta una serie di occupazioni è poco attinente alla realtà; ma i lavori che vengono offerti agli immigrati non sono solo umili nelle mansioni, sono molto spesso anche offerti a condizioni di drammatico sfruttamento e di illegalità, rese agevoli in un Paese dove il malaffare è diffuso, dove non ci sono incentivi a regolarizzare i propri lavoratori e dove la Giustizia è inefficiente; per tutte queste condizioni moltissime occupazioni, che vanno da quella dalle badanti alle occupazioni manuali nei laboratori dei seminterrati, si preferisce il lavoro nero, sfruttato e sottopagato al quale solo gli extracomunitari sono disposti.

Le cronache giudiziarie sono un altro aspetto della questione che fomenta la discordia; è vero che circa un terzo dei detenuti e dei condannati sono stranieri a fronte di una percentuale molto inferiore della popolazione italiana, secondo i dati ISTAT relativa al 2012.

Anche qui, sebbene i comportamenti criminosi non vadano giustificati in alcun modo, dobbiamo ammettere più di un mea culpa: una giustizia inefficiente come quella italiana, l’emergenza delle carceri e la capillare presenza sul nostro territorio della migliore criminalità organizzata, non possono che incentivare comportamenti criminali; delinquere in Italia è meno rischioso e quindi più attrattivo che in molti altri paesi Europei.

E il Welfare state? Quanto ci costano gli immigrati? Questa è una domanda che trova una nota positiva, essendo la popolazione di origine straniera molto più giovane della media italiana, più che gravare sulle spalle dello Stato contribuiscono in buona misura a pagare le pensioni e tutto il welfare state in generale.

Anche qui però si potrebbe fare meglio perché se è vero che in aggregato il saldo dei conti è positivo, lo Stato però spende molto meno di quanto promette, e questo va a gravare sui bilanci dei comuni; l'Anci ha stimato che dei costi totali affrontati dai comuni soltanto il 10% circa verrà effettivamente rimborsato da fondi nazionali specifici.

La paura per l’ISIS è in questo momento motivo di grande allarme, specialmente per quanto riguarda la paura di attentati al Vaticano e all’EXPO; l’origine dei guerriglieri islamici si riflette negativamente sul giudizio dato a tutte le persone di origine araba: SWG ha chiarito che molti italiani ritengono che la maggior parte degli arabi e degli africani sia fondamentalista islamica e incline al terrorismo in nome di Allah, un triste stereotipo che va combattuto ed eliminato, ma che alcuni invece strumentalizzano in cambio di un po’ di visibilità.

Respingere i flussi in entrata è impossibile, non vi è Paese occidentale che vi riesca e perseguire questo obiettivo sarebbe una perdita di tempo, di energie e di una opportunità di cambiamento; l’unica via perseguibile è l’integrazione.

Questa sarà tanto più possibile quanto più in Italia saranno ridotte le croniche inefficienze che ci affliggono, che come dimostrano i dati, allo stato attuale delle cose, contribuiscono robustamente a rendere la questione dell’immigrazione un grave emergenza da risolvere, piuttosto che una risorsa da sfruttare.

Il fallimento dei governi precedenti su questo tema è evidente a tutti, questo perché è difficile riformare aspetti sensibili della vita sociale comequesto senza una maggioranza forte che supporti un percorso condiviso; l’augurio è che il nostro partito riesca a vincere anche questa sfida.