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Una sola donna nella nuova Giunta che Roberto Formigoni proporrà per i prossimi cinque anni di legislatura. Una scelta, quella operata dal presidente, che manifesta innanzitutto la necessità di fronteggiare problemi interni alla maggioranza e in cui è evidente, come sostiene Filippo Penati “il duopolio: Cielle e Lega. Una Giunta da battaglia interna, dove è molto forte l’ideologia leghista e dall’altra parte la componente ciellina”: Questo fatto, che vede tra l’altro uscire sconfitta la parte laica del PdL, ha influito in maniera determinante anche nella composizione di genere della Giunta stessa. “Una donna su venti sembra veramente poca cosa”.
Per il PD Il tema della democrazia paritaria, previsto dallo Statuto della Regione Lombardia è centrale: “L’articolo 11 di tale Statuto – sottolinea Sara Valmaggi - prevede che sia rispettato tale principio che comporta il garantire negli organi di governo una rappresentanza di entrambi i generi al 50%. Nella Giunta di Formigoni ci sarà una sola donna a cui peraltro auguro buon lavoro. Si configura così un esecutivo non all’altezza del ruolo, delle aspettative e delle potenzialità che le donne della nostra regione si sono conquistate nonostante 15 anni di un governo di centrodestra incapace di valorizzare i talenti femminili”.
Una scelta quindi inadeguata così come risulta inadeguata per tutte le donne la dichiarazione del presidente secondo cui avrebbe fatto meglio dell’altra volta inserendo in Giunta una donna.Cosa non vera: cinque anni fa Formigoni aveva messo in giunta Viviana Beccalossi, nominandola vicepresidente.

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