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Allarmante il dossier 2009: le denunce per corruzione aumentano del 229%, quelle per concussione del 153%, le ammende sfiorano i 15 milioni di euro. Bersani: "Si permetta di porre un freno tramite il controllo".

immagine documento Un’Italia piccola piccola, corrotta, sprecona e cinica. È questo l’inappellabile verdetto della Corte dei Conti, che in 150 pagine fotografa un paese allo sbando, un andazzo da basso impero o forse peggio.

Il Procuratore generale Mario Ristuccia dà conto di oltre 1000 sentenze di condanna emesse durante il 2009, di un incremento dei reati di concussione che supera il 153% e di un aumento delle denunce pari al 299%. La responsabilità è delle pubbliche amministrazioni che “troppo spesso non attivano anticorpi interni”, ma più in generale di una corruzione che è diventata connotato caratteristico del bel Paese e che si è capillarmente diffusa, fino a penetrare nel dna collettivo. Per questo il presidente della Corte, Tullio Lazzaro avverte: “ Il codice penale non basta più, la denuncia non basta più. Ci vuole un ritorno all’etica da parte di tutti”.

Niente anticorpi nella P.A. L’occhio dei giudici sulla Pubblica Amministrazione rivela una corruzione dilagante. Il Ministero dell’Interno, i comandi dei carabinieri e della Guardia di Finanza, solo nel periodo gennaio-novembre 2009 hanno denunciato 221 reati di corruzione, 219 di concussione e 1714 reati di abuso d’ufficio. Grave è la mancanza di “anticorpi” contro le condotte illecite nella P.A. contro le condotte illecite individuali che causa no “offuscamento dell’immagine dello stato” e “flessione della fiducia che la collettività ripone nelle amministrazioni”. La grave sfiducia nelle istituzioni istillata dall’alto, dove (il dovere di cronaca impone di ricordarlo) il governo vanta un sottosegretario su cui pende un mandato d’arresto, non “accenna neppure a dissolversi o a flettere nella sua intensità”.

La terra degli sprechi. Mentre la crisi morde, in Italia si allunga l’elenco delle opere pubbliche “progettate e non appaltate, ovvero non completate e inutilizzabili per scorretta esecuzione”. Le cause di questo fenomeno, per Ristuccia sono da annoverare “nella carenza di programmazione, eccessiva frammentazione dei centri decisionali, complessità delle procedure di progettazione, dilatazione dei tempi di esecuzione imputabili alle imprese committenti ed alle amministrazioni aggiudicatrici, carenti per inadeguatezza nei controlli tecnici e amministrativi”. Le ammende comminate in quest’ultimo anno a fronte dei danni erariali derivati da attività contrattuale in Italia ammontano a ben 15 milioni di euro.

Opere incompiute. L’elenco degli sprechi edili non sembra conoscere fine e si segnala per varietà. Fra gli immobili mai utilizzati, semi costruiti o chiusi poco dopo l’inaugurazione, ospedali, strade, palestre e addirittura un cimitero. Si parte dal reparto di radioterapia di Sora, chiuso pochi giorni dopo la sua attivazione per arrivare al palasport di Piancavallo in Friuli, costruito nel 2003 e oggi diventato un ricettacolo di ragnatele e sporcizia. Agli sprechi si aggiunge la “mala gestione”, evidente in “inefficienti e costosi programma di screening anti-tumorale” della regione Calabria, le “eccessive prescrizioni di farmaci” fino ad arrivare a “sconcertanti interventi chirurgici non necessari”.

Oltre 200 mila sono i falsi atti di riscossione nei confronti di evasori inventati da molte società concessionarie. Un capitolo a parte è costituito dall'immenso caso dei prodotti della turbofinanza, sottoscritti da molti piccoli comuni della provincia italiana: dopo la crisi del 2007-2008 hanno subito un bagno colossale con la perdita del 50 per cento valore complessivo dei contratti. Non mancano le consulenze, ovvero gli incarichi "illegittimamente conferiti" dalla pubblica amministrazione: dalla tabella allegata alla "Relazione" risulta che su 1.077 sentenze di primo grado il 5,7 per cento ha riguardato questa delicata materia.

A tutto questo si aggiunge la consapevole disobbedienza di chi decide di ignorare le leggi. Ad esempio la legge prevede che il 50 per cento dei ricavati dalle sanzioni per eccesso di velocità e divieto di sosta venga investito nella sicurezza stradale (dalle buche, alla segnaletica). Ebbene sono sempre di più i Comuni che eludono questo limite e con i soldi delle multe aggiustano il bilancio. La Corte dei Conti mobilità le Sezioni regionali di controllo e fa quello che può: nel 2009 i controlli sui Comuni sono aumentati del 25 per cento e hanno colpito oltre 4.000 Municipi (la metà di quelli italiani). La Corte può solo scrivere al sindaco ed invitarlo ad uniformarsi spontaneamente alle sue osservazioni. Se non lo fa? La Corte potrebbe inviare una segnalazione al ministro che potrebbe bloccare i fondi. Ma finora non è mai successo.

Il segretario PD Pier Luigi Bersani parla di “segnalazioni impressionanti. E' chiaro che un controllo da parte di organismi amministrativi e contabili e' un elemento preventivo di problemi di carattere penale. Noi abbiamo normative che consentono di fare delle operazioni senza rendiconti. Dopo di che e' chiaro che in situazioni del genere il rischio di attirare comportamenti illeciti e' molto alto. Si tratta di snellire e rendere più praticabili i meccanismi di controllo. Andare sulla strada di derogarli sempre e' sbagliato".

Andrea Orlando, responsabile forum Giustizia, commenta in una nota: "Nonostante numerosi esponenti del maggioranza si affannino ad affermare il contrario, la Corte dei Conti ha indicato con chiarezza come nel nostro Paese la corruzione, lungi dall'essere debellata, abbia assunto dimensioni inquietanti. Cio' indica l'esigenza di una profonda riforma della pubblica amministrazione che e' cosa assai diversa dai proclami del ministro Brunetta, e una modernizzazione del nostro sistema istituzionale. Ma questo fenomeno chiama anche pesantemente in causa la politica e la sua capacita' di autoriformarsi, costruendo sistemi democratici e trasparenti di selezione delle classi dirigenti e di sanzione dei comportamenti, anche quando non penalmente rilevanti. C'e' insomma bisogno di un modello profondamente diverso di organizzazione politica, oggi sempre più personalizzato fino all'atomizzazione e non sottoposto al vaglio quotidiano del confronto e della partecipazione democratica in pratica, servirebbero forze politiche in gradi di esercitare il ruolo loro assegnato dalla nostra Costituzione. La politica dovrebbe fare seriamente i conti con se' stessa e non gridare al complotto ogni qualvolta viene chiamata in causa da inchieste giudiziarie, come purtroppo da anni ci ha abituato questa destra berlusconiana".

"Dalla Corte dei Conti vengono parole preoccupanti sulla corruzione dilagante. Le denunce della magistratura chiamano a maggiore responsabilita' la politica. Certo serve un funzionamento piu' efficiente della Pubblica Amministrazione ma il rispetto delle regole e' condizione fondamentale". Lo afferma Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama, commentando la relazione della Corte dei Conti. "Trasparenza e rispetto della legge sono le condizioni per un uso corretto nelle risorse pubbliche -prosegue Finocchiaro- le inchieste che hanno coinvolto amministratori pubblici arrestati per aver incassato tangenti pongono al Paese 'una nuova questione morale'. Non so se siamo di fronte a una nuova Tangentopoli, so pero' che sulla questione morale la politica ha qualche responsabilita' in piu'. La politica ha la responsabilita' di fare in modo che l'agire della Pubblica Amministrazione, il funzionamento della giustizia, degli organi di garanzia e dei controlli vengano adeguati. Servono riforme affinche' la Pubblica Amministrazione funzioni correttamente e non un
sistema che faccia di scappatoie e deroghe la normalità. E' evidente che la politica ha una doppia responsabilita':deve agire sul versante legislativo ma deve anche garantire onestà e pulizia dei propri rappresentanti".

Il capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti afferma: ''Abbiamo chiesto formalmente al presidente Bongiorno che la commissione Giustizia della Camera
acquisisca la relazione del Procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, che oggi, nell'ambito dell'inaugurazione dell'anno giudiziario ha denunciato l'irragionevolezza delle norme sul processo breve che porrebbero nel nulla quei giudizi contabili che hanno avuto necessita' d'indagini complessi e complessi accertamenti istruttori. Sono critiche che devono essere ascoltate e che vanno nella stessa direzione di quelle che abbiamo ascoltato questa mattina dai rappresentanti dell'avvocatura nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla ragionevole durata del processo. Il nostro giudizio sul provvedimento e' sempre pi severo e tutte queste critiche confermano gli effetti devastanti di una sua eventuale approvazione. Ribadiamo pertanto la nostra richiesta al ministro Alfano di ritirare questa vergogna per evitare lo scardinamento del sistema giustizia, la perdita di credibilità delle istituzioni, la lesione delle legittime aspettative delle vittime e la discriminazione dei cittadini''.

Marina Sereni, vice presidente dell`Assemblea nazionale del Pd, sottolinea che "dalla Corte dei Conti arriva oggi un vero e proprio grido d`allarme sulla corruzione, un fenomeno che continua ad essere diffuso nel nostro Paese in maniera preoccupante. La denuncia dell`assenza dei necessari anticorpi a queste tossine della vita pubblica chiama in causa direttamente la politica, che ha senz`altro il compito di agire sul versante legislativo, ma anche quello fondamentale di vigilare al proprio interno. A partire dai partiti, che hanno il dovere di garantire l`onestà e la pulizia delle proprie liste, senza ambiguità. Bisogna poi senz`altro mettere mano a leggi che velocizzino la realizzazione delle opere pubbliche, perché come denuncia la stessa Corte dei Conti i cantieri aperti e mai completati sono una enorme fonte di spreco, ma sempre e comunque rispettando le regole, perché trasparenza e regole sono l`unica garanzia di un uso oculato delle risorse pubbliche, oltre che di rispetto della concorrenza. E` necessario che la politica dia dei segnali subito, per non lasciare i cittadini preda della sfiducia e della diffidenza nei confronti delle istituzioni".

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