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villarealeAlla vigilia dell’aggiudicazione definitiva del Bando di gara ai privati, prevista per il 6 di Luglio,  il Pd di Monza ha tenuto una conferenza stampa, nella quale ha argomentato analisi, critiche e proposte rispetto alla situazione della Villa Reale.

Marco Sala (Segretario), ha aperto l’incontro con un giudizio pesantemente negativo sulle responsabilità di Marco Mariani nella gestione di tutta questa vicenda.

La prima responsabilità  è stata quella di avere “svenduto” la nostra villa per vent’anni per una gestione privata con i nostri soldi pubblici.

La seconda: è il non avere agito la responsabilità di Presidente di Consorzio in rappresentanza dei diversi enti che ne fanno parte ma di essere stato invece solo un mero esecutori di decisioni prese da altri.

Mariani ha dato le chiavi della Villa prima a Formigoni e poi a Bossi, senza minimamente tutelare i cittadini di Monza e il nostro Consiglio Comunale.

Infine Sala ha ricordato il lavoro fatto dentro il comitato “la Villa reale è anche mia” e l’esame avanzato che si è fatto per un possibile ricorso al Tar per tentare di bloccare l’appalto.

Daniela Pollastri (per il Forum del Pd) ha messo a confronto i due progetti: quello che aveva vinto il Concorso internazionale indetto dalla Giunta Faglia (Carbonara)  e quello invece vincitore dell’appalto.

Una comparazione che smaschera chiaramente il tentativo di Formigoni di rifarsi all’idea del Carbonara. “Niente di più falso”, perché il progetto Carbonara è stato completamente smantellato-

Il progetto Carbonara infatti  aveva una idea complessiva per  tutta la Villa Reale e prevedeva:

-       una “governance” della  funzione pubblica, con partecipazione dei privati per alcune funzioni di servizio e la realizzazione di alcuni eventi;

-       metteva al centro l’uso principale degli spazi per funzioni espositive, museali e culturali mentre  le altre funzioni:di rappresentanza, commerciali e di ristorazione,  erano pensate come complementare ;

-       la Villa Reale era inserita in  una visione e  utilizzo unitaria con i Giardini e il Parco

Il Bando di Gara di Infrastrutture Lombarde e l’offerta vincente prevede:

-       la gestione della Villa Reale da parte dei privati

-       le priorità dell’utilizzo del primo e secondo piano nobile, per funzioni e attività da portare a “ reddito” : convegni,concerti,assemblee di società,sfilate di moda, servizi fotografici,serate di gala,banchetti,manifestazioni,aste etc etc.

-       un uso esclusivo del Piano Belvedere per alta ristorazione (con la necessità di un ascensore tra piano sotterraneo e piano Belvedere)  e un uso importante (piano terra) per attività artigianali e commerciali

-       non viene prevista, una progettualità che riguardi la Villa nel suo insieme (anche nella parte non prevista dal restauro) e riguardo alla relazione unitaria tra Villa Reale e Parco

L’ architetto Pollastri, ha anche colto l’occasione per fare rilevare che l’ala Sud prevista per i cosiddetti uffici ministeriali (per 200 mq)  fanno a capo al Ministero della Cultura (Galan) e un loro eventuale utilizzo andrebbe ad impattare con uno spazio molto importante (i 5 mila mq) che già è oggi sono in buona parte utilizzati per le visite dei cittadini.

Una proposta inaccettabile e da respingere al mittente.

Roberto Scanagatti (Capogruppo Pd) si è soffermato sull’analisi dei costi dell’intera operazione facendo subito presente che non si ha ancora oggi in mano il piano finanziario aggiornato.

Anche in questo caso la teoria Formigoniana, per cui, il contributo dei privati è molto alto e a loro andrebbe riconosciuto una sorta di benevolenza per l’impegno culturale, è stata ampiamente smantellata.

Innanzi tutto ricordando che sul totale dell’investimento per il recupero del corpo centrale della villa, la Regione, cioè i lombardi, hanno investito circa 17 milioni, mentre i privati metteranno sul piatto 8 milioni di euro.

La concessione ai privati del bene pubblico sarà di lunga durata e gli utili che ricaveranno saranno molto maggiori rispetto all’investimento. In genere project financing prevedono esattamente il contrario: una grande quota di investimento dei privati e una minore del pubblico. Essendo poi questa della Villa una gestione da portare a reddito: Il patetico tentativo  di dire che la Villa Reale sarà aperta 365 giorni al pubblico appare ridicola…”anche i centri commerciali sono aperti tutto l’anno!”

Infine Sergio Civati (Consigliere comunale) ha messo “il dito nella piaga Consorzio” partendo da una affermazione: o il Consorzio cambia oppure è meglio lasciarlo andare.

Il Pd aveva con convinzione sostenuto l’ approvazione del Consorzio Parco e Villa Reale perché rispondeva ald una necessità reale: la realizzazione di uno strumento unitario che doveva svolgere una fondamentale opera di  di governance, di reperimento fondi e di gestione.

A distanza di quasi tre anni di esperienza sono evidente grandi criticità:

-       Il Consorzio non ha sviluppato una propria propositiva progettualità, né una propria autonomia di decisione ponendosi (vedi appalto) come mero esecutore di decisioni prese da Regione Lombardia e da Infrastrutture lombarde.

-       Il Consorzio in questi anni,  non si è dato quelle strutture e risorse operative ed economiche necessarie a svolgere un autonomo e coordinato compito di progettualità e di promozione: come previsto dal  progetto Carbonara e sperimentato in altre esperienza nazionali e internazionali.

-       Il Consorzio non ha sviluppato una funzione di trasparenza, informazione e coinvolgimento degli enti che ne fanno parte.

Civati , alla luce di queste criticità, ha confermato la necessità che debba esistere un organismo di coordinamento e gestione ma ha fatto alcune proposte necessarie al rilancio del Consorzio::

-       Il  Consorzio  assuma una propria funzione di governance rispetto alla programmazione delle attività della Villa privilegiando le funzioni culturali, museali ed espositive di livello nazionale e internazionale, compresa la relazione unitaria e progettuale con il Parco Reale

-       Istituire da subito il Comitato Tecnico Scientifico (articolo 11 bis),  scelto secondo criteri di trasparenza e competenza. Comitato che dovrà avere anche il compito di supervisionare una reale funzione pubblica e di qualità dei programma proposti dai concessionari.

-       Ridefinizione delle condizioni di partecipazione economica dei vari Enti che fanno parte del Consorzio, per una congrua contribuzione e una campagna di  found resing tra altri enti pubblici e privati, in modo che l’autonomia pubblica sia sempre maggiore.

Infine al termine della Conferenza Stampa,  il Pd ha confermato di volere continuare la mobilitazione in città e un forte ruolo in Consiglio, affinché almeno si “riduca il danno” che si sta arrecando al nostro patrimonio culturale più importante della città

Per saperne di più:

Allegato  scheda documento del Pd con cartina sui progetti.

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