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cibo terraRingraziamo la Rivista Online Vorrei,org che ci sta permettendo con i suoi articoli di riportare i contenuti che stanno emergendo su questo importante Ciclo di incontri sui temi di Expo: "Nutrire il futuro"

Alla presenza di un buon pubblico Giovedì scorso di è tenuto il primo incontro del Ciclo dedicato ai temi di Expo “Nutrire il futuro” promosso dall’Associazione Novaluna con la partecipazione di SlowFood, SpazioCinema,Desbri,camera di commercio e Vorrei.org e adesione del Comune di Monza

 

Il paradosso del cibo

Chiara Tintori (giornalista della Rivista Aggiornamenti sociali) ha presentato al pubblico di Binario 7 una relazione centrata sui paradossi del cibo.
Qui si può scaricare la relazione.

Il primo dei paradossi è l'accesso al cibo. Nel mondo 805 milioni di persone sono denutrite: 2 milioni di bambini muoiono ogni anno di fame. Anche Italia si manifestano problemi di accesso: nel 2012 oltre 4 milioni di persone hanno beneficiato di aiuto alimentari. Per contro il 65% popolazione mondiale vive in Paesi dove la facilità dell'eccesso di cibo provoca relazioni distorte con esso e fa più vittime della malnutrizione: il 50 % degli uomini, il 34% delle donne e il 24% dei bambini in età compresa tra i 6 e gli 11 anni è in sovrappeso.

Lo squilibrio nel pianeta si fa più evidente quando si analizzano i dati dello spreco. Infatti, pur in presenza di una attuale capacità produttiva in grado di sfamare ben oltre il numero della popolazione mondiale vivente, nel processo si compie una alta percentuale di spreco. 1/3 del cibo prodotto al mondo viene sprecato: il 54% a monte, produzione, raccolto, stoccaggio e il 46% a valle, trasformazione, distribuzione, consumo.

Infine viene analizzata la percezione distorta del valore del prezzo: in primo piano è concepito il costo e non il valore o la qualità e ancora meno il portato del valore culturale del cibo.
Chiara Tintori propone un cambiamento culturale negli stili si vita: l'introduzione dei concetti di sobrietà, di condivisione e di umiltà come elementi di responsabilizzazione.

La corsa alla terra

Franca Roiatti (giornalista di Panorama) propone una relazione sul tema del land grabbing.
Qui si può scaricare la relazione. Si tratta di un fenomeno complesso e poco noto al grande pubblico che si può definire neo colonialismo. Una quantità enorme di territori vengono sottratti, soprattutto ai paesi poveri, da parte di investitori per coltivare prodotti alimentari e agrocarburanti, destinati soprattutto all'esportazione . In gran parte sono compiuti in violazione dei diritti umani e del consenso della popolazione. Il processo, attivo da molti tempo, ha avuto un'impennata allarmante negli ultimi anni. Tra il 2008 e il 2009 sono stati oggetto di contrattazione oltre 45 milioni ettari di terra arabile. Prima del 2008 meno di 4 milioni di ettari di terra veniva avviato ogni anno alla coltivazione.

La caccia alla terra, ma anche alle risorse idriche, diventa sempre di più un fenomeno portante dell'economia globale. Secondo l'ufficio di statistica Usa, la popolazione mondiale, oggi attestata a circa 6,8 miliardi di persone, dovrebbe superare quota 9 miliardi nel 2050. Se questi dati saranno confermati avremo ogni giorno circa 200.000 persone in più da sfamare. In parallelo a questo trend esponenziale, assisteremo ad una ulteriore urbanizzazione di vaste aree del mondo con conseguente diminuzione progressiva delle aree coltivabili. Anche qui il processo di finanziarizzazione modifica le regole in funzione del business del mercato. Secondo il guru della finanza Jim Rogers la terra "sarà una delle più redditizie industrie dei prossimi 20 anni".

Per Franca Roiatti nel fenomeno del neo colonialismo ci sono molti rischi ma anche opportunità.

Gli investimenti necessari per sviluppare l'agricoltura e infrastrutture possono portare trasferimento di tecnologia e con essa la riduzione della povertà nelle aree rurali e la spinta per l'avvio dello sviluppo. Si registra una tendenza alla governance del fenomeno da parte di alcune organizzazioni internazionali: Banca Mondiale, FAO, IFAD e UNCTAD hanno elaborato una serie di principi (PRAI), cui dovrebbero attenersi gli investimenti sulla terra. La FAO (CFS) ha varato le Linee guida volontarie per una governance responsabile del diritto alla terra, e delle risorse ittiche e forestali. A queste si aggiungono codici di condotta e linee guida OCSE (imprese multinazionali), ONU (PRI) e i principi guida dell'Unione Africana sugli investimenti fondiari su larga scala- Large Scale, Land Based Investments (LSLBI).

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