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globalizzazione

Seconda serata organizzata dal Centro Culturale Ricerca sulla globalizzazione: argomento in discussione il rapporto tra individuo con l’ambiente esterno (società) e la sua evoluzione nel tempo.

Ne parla Silvano Petrosino, docente alla Cattolica di Milano, che ha dedicato la sua relazione al rapporto tra l’uomo e il consumo.

E’ subito partito con alcuni stimoli interessanti, e cioè attenzione ai luoghi comuni! Se l’aula magna dell’università si riempie di studenti per sentire Fiorello, se tante persone (tra cui rispettabili padri di famiglia) passano la notte al freddo per poter acquistare l’ultimo modello di Ipad, non dobbiamo subito concludere che sono matti. Basta guardarsi intorno: si formano i gruppi di followers su qualche oggetto di consumo, la domenica si passa al centro commerciale, diventato la moderna cattedrale. Non si può liquidare spregiativamente tutto questo insieme di eventi: è la “civiltà” dei consumi. Nella quale è importante avere un prodotto appena disponibile, prima degli altri. Se ci dedicassimo un po’ di attenzione, concluderemmo che la  pubblicità è uno specchio esemplare dei tempi attuali.

La nostra è una società basata sul consumo: il fatto che i giovani non lavorino non è importante, è importante che continuino a consumare (magari con i risparmi dei genitori)

L’uomo e gli animali: bisogni di base (mangiare, dormire etc) analoghi, ma, differenza, l’uomo sa di dover morire. E sa, e vive, limiti, fallimenti etc, cioè è un soggetto in senso passivo. L’uomo è caratterizzato dal suo desiderio di essere amato, riconosciuto, desiderio che non è un bisogno. Questo lo porta ad uno stato di inquietudine che è la causa del consumismo: acquisto un bene che per un po’ mi acquieta (vedi i regali per i bambini).

Consumismo uguale comoda idolatria per le masse, a basso costo. La paura di sapersi mortale porta all’accumulo (perirò quindi prendo) (è la sindrome di Don Giovanni, che mentre possedeva una donna, pensava alla prossima!).

Qui si inserisce il meccanismo del consumo, e chi soccombe è l’essere umano. Basta pensare a certi comportamenti di degenerazione: un incidente stradale anche lieve può trasformare i protagonisti in “belve”. E quelli che vanno dalle prostitute minorenni per un rapporto di 3 minuti?

Infine fa riferimento a Pinocchio e Lucignolo. Lucignolo è il separatore di Pinocchio dalla sua umanità (lo distoglie dalla scuola per portarlo nel Paese dei Balocchi, gli impedisce di diventare uomo. La società di oggi ci garantisce il paese dei balocchi, ci garantisce il godimento ma ci impedisce di diventare uomini. La nostra cosa grande è essere uomini, come quel pescatore di Lampedusa che salva gli immigrati in pericolo di vita senza curarsi  del fatto che la legge considera quell’atto un reato.

Giustizia, pace, felicità,dio, infinito, sono i cinque concetti connaturati all’umano. Senza questi l’uomo non esiste.

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