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Siamo pronti a dare la mostra disponibilità sulla discussione della prossima legge finanziaria, a patto che vengano dibattuti alcuni emendamenti dell'opposizione. Questa è stata la sintesi della proposta avanzata dal segretario Pier Luigi Bersani a chiusura del convegno del Pd sulle autonomie locali che si è svolto a Milano. Un lungo confronto dal quale è emerso il malessere e le difficoltà che le regioni le province e i comuni, soprattutto i più piccoli, devono affrontare a seguito dei vincoli imposti dal governo con il patto di Stabilità, che ha azzerato la possiiblità di fare investimenti a tutti gli enti locali, anche a quelli con i conti in ordine e un'amministrazione virtuosa.

L'approvazione della Finanziaria? Si, ma senza fiducia e discutendo gli emendamenti del PD. Sebbene le attenzioni dei media siano rivolte tutte al vile attentato contro il premier, il Partito Democratico non ha dimenticato le priorità che l'agenda politica impone, a partire dalla finanziaria e l'uscita dalla crisi economica. “Siamo pronti a garantire gli stessi tempi di approvazione che ci sarebbero in caso di fiducia - ha affermato Bersani - se loro accettano di discutere un numero limitato di emendamenti”.

Ciononostante, a tentativo di allungare la mano con il desiderio di condividere i principali punti per la ripresa economica e occupazionale, Bersani ha previsto che la sua proposta non sarà raccolta. ''Faccio un pronostico - ha aggiunto - loro non accetteranno perché hanno paura che si sfilacci la loro maggioranza”.

Per il leader del Pd sarebbe inaccettabile porre la fiducia su ogni intervento che, surrettiziamente, possa contenere la riforma degli organi dello Stato e, in particolare, il sistema delle autonomie locali. “Siamo pronti alla discussione - ha dichiarato Bersani - purché si tengano fuori le leggi ad personam e i commi della finanziaria per far passare le riforme”.

Gli enti locali. Per Bersani la crisi economica continuerà a farsi sentire per tutto il 2010. Per farvi fronte il leader democratico ha invitato il governo a considerare gli enti locali come una risorsa fondamentale.

"Dobbiamo fare una denuncia forte – ha dichiarato Bersani - la preoccupazione sta nella realtà: davanti a noi abbiamo un 2010 difficile e chi si trova a governare non avrà molti strumenti. La domanda per il centrodestra è questa: gli enti locali sono una possibile medicina davanti la crisi che abbiamo o sono una malattia?".

Fino ad ora il governo ha latitato nel superamento della crisi. A luglio scorso ha preparato “una manovra finanziaria come se fosse carnevale. E la responsabilità ce la prendiamo anche noi. Loro navigano 'bordeggiando' - ha aggiunto Bersani - con misure palliative". Oggi nell'affermare che la crisi è alle spalle, che il nostro paese sta meglio rispetto le altre nazioni europee, è solo l'ennesimo tentativo di ricercare il consenso perduto. "Non so nei prossimi mesi cosa accadrà - ha continuato il leader del Pd – perché siamo in una situazione nella quale non si è preso il coraggio a due mani. Eppure si governa anche per rompere qualche noce! Sia chiaro: gli enti locali e il sistema delle autonomie sono le medicine per far fronte alla crisi economica".

Il problema Lega. "E' ora di sollevare il problema della Lega - ha detto il leader del Pd - senza spocchia, ma con rispetto adesso ci diciamo che in realtà la Lega ha mostrato di essere un partito ideologico, non autonomistico".

“Cosa ha inventato di nuovo il carroccio, al netto delle ronde per le autonomie locali”? Per Bersani la Lega fa solo uso di “tradizioni inventate” che richiamano lontani riti celtici non riconducibili alla storia padana e “va ad insegnare a un cardinale il suo mestiere".

Queste “sono operazioni che non c'entrano con le autonomie. Allora c'è da chiedersi: siamo lì a risolvere il problemi o ad agitarli per prendere voti? Li risolvessero questi problemi, altrimenti viene il dubbio che li vogliano tenere caldi per continuare a prendere voti". "La Lega - ha
concluso - usa il concetto di autonomia. Ma siamo noi il partito delle autonomie".

A.Dra

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