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Lo strappo in consiglio provinciale dal centrodestra sugli ordini del giorno in merito alla vicenda sul Crocifisso,consuma quasi del tutto il dialogo e le convergenze che in una democrazia normale ritrae il grado di civiltà politica di un territorio.

Peccato che proprio su un argomento molto serio si sia voluta suonare la grancassa della propaganda, con il solo scopo di guadagnare qualche titolo sui giornali e mostrare i muscoli di una maggioranza autoreferenziale che non raccoglie la sfida lanciata dalla sentenza di Strasburgo, alimentando una più vasta alleanza .

Se si osservano nel merito i due ordini del giorno contrapposti (maggioranza vs opposizione) è chiaro l’intento speculativo e strumentale che ha determinato l’esito.

Ma era proprio necessaria usare la forza dei numeri e il linguaggio dell’ambiguità, dopo la non partecipazione al voto sull’ordine del giorno presentato dall’opposizione ? O forse si è trattato di un richiamo all’ordine perché si stava esagerando un po’ troppo? ( passi lo Statuto “provvisorio”, ma che l’ordine del giorno sul lavoro si voti insieme, è davvero troppo!).

Se questo è il punto politico, diventa molto complicato cercare convergenze alte riguardo i principi fondamentali dello Statuto ovvero sulla capacità di fare lobby per non avere una Provincia dimezzata.

Il PD ha già dimostrato ,in tutte le commissioni consiliari con gli Assessori,di non temere la sfida sulla discussione programmatica, ma non abdica al ruolo naturale di forza politica affidabile quando si tratta di collaborare per il benessere di questo territorio.

Abbiamo tutti a cuore il tema della sicurezza, ma ridurre i partiti o le alleanze in caserme, ci sembra un po’ eccessivo.

Gruppo PD consiglio provinciale

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