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Il sindaco di Monza con fascia tricolore rende omaggio ai caduti fascisti
Franco Isman da L'Arengario
onore ai caduti fascisti
foto Paola Pozzoli

Ci risiamo, Marco Mariani, sindaco leghista di Monza, indossando la sua bella fascia tricolore, assieme a Dario Allevi (ex AN), già vicesindaco ed oggi presidente della nuova provincia di Monza e Brianza con la fascia azzurra, dopo aver reso omaggio al campo dei caduti di tutte le guerre ed a quello dei partigiani, al di fuori di quanto pignolescamente descritto nel programma concordato con l'apposita commissione, si è recato a rendere omaggio anche al campo dei caduti fascisti.


Assieme a Mariani alcuni assessori, un paio di paracadutisti in servizio ed una nutrita schiera dell'associazione nazionale paracadutisti. Il sacerdote ha recitato una preghiera "...per tutti i caduti... per la causa della libertà e della giustizia". I fascisti ! (registrato su video).

Si sono svolte infatti oggi le celebrazioni del 4 novembre “Festa delle Forze Armate e dell'Unità d'Italia”, della nostra Italia, quella nata dalla resistenza a nazismo e fascismo, con il contributo dei reparti dell'esercito che hanno combattuto assieme agli Alleati e delle forze partigiane, riconosciute come corpo armato dello Stato. I repubblichini hanno combattuto contro, il loro status non è quello di militari dello stato italiano e, soprattutto, sono stati complici delle truppe di occupazione naziste contribuendo all'arresto e alla deportazione nei campi di sterminio degli ebrei italiani e degli oppositori politici, oltre che ai rastrellamenti ed agli eccidi nei confronti dei partigiani e della popolazione civile.

Due anni fa era avvenuto un episodio analogo, ancora più grave perché era stato coinvolto, senza che ne fosse avvertito, l'intero corteo con le diverse associazioni d'arma, il gonfalone della città e addirittura ufficiali in servizio permanente effettivo (cfr. Onore al fascio).
Lo scorso anno Mariani (Salomone o don Abbondio?) aveva tagliato il nodo gordiano andando a rendere omaggio al solo campo dei caduti di tutte le guerre, saltando i partigiani nonostante una tradizione ultra sessantennale. Quest'anno dibattito in commissione celebrazioni, ripristino della sosta al campo dei partigiani con dettagliatissimo programma (squillo di tromba, attenti, cinque passi avanti, deposizione della corona…) ma poi questo gravissimo cedimento alle pressioni e alla volontà revisionista dei paracadutisti. E' stato fortunatamente ascoltato il consiglio di non coinvolgere il gonfalone della città ma non quello, pur ricevuto da autorevoli componenti della giunta, di togliersi la fascia tricolore.

Pietà per i morti, dice il sindaco, non si deve fare distinzione fra i morti, per l'unità di questo benedetto Paese non è ammissibile che dopo 100 anni (?) esistano morti di serie A e morti di serie B. Ma bravo Mariani, nessuno dubita dei suoi buoni sentimenti, peccato che qui non si tratti di pietà per i morti, cosa giusta e doverosa, ma di ossequio della massima autorità cittadina al fascismo da essi rappresentato. Sappiamo già quale potrà essere la giustificazione: l'ossequio non era ai fascisti, al gerarca fascista, console della milizia, ma al valoroso combattente Tarabella, ardito della prima guerra mondiale insignito di numerose medaglie. Peccato che ciò urti contro quanto da Mariani testualmente dichiarato: di aver voluto rendere omaggio anche ai “cosiddetti vinti”.

Soltanto sempliciotto? Ci chiediamo, infatti è davvero possibile che non si renda conto della gravità del suo atto, che contribuisce all'appiattimento dei valori, alla creazione di un limbo in cui tutti i gatti sono bigi, alla rivalutazione degli ideali di violenza del fascismo e, soprattutto, alla involuzione in atto verso uno stato autoritario dove c'è chi governa e chi deve soltanto adeguarsi?

L'ANPI (associazione nazionale partigiani d'Italia), l'ANPC (associazione nazionale partigiani cristiani) e l'ANED (associazione nazionale ex deportati), in segno di protesta, dopo il cimitero, hanno abbandonato la manifestazione. Una ragazza iscritta all'Anpi, con il fazzoletto tricolore al collo, indignata per l'accaduto, ha esposto una scritta che contestava l'omaggio con fascia tricolore ai fascisti; “idiota, superficiale e presuntuosa per permettersi di giudicare i morti” ha affermato il sindaco nel suo discorso al monumento ai caduti. Un ufficiale di polizia le ha chiesto di mettere via il foglio di contestazione ma non è stato ascoltato né, per la verità, ha insistito; ma quando la ragazza si stava allontanando dalla piazza è stata bloccata da alcuni agenti e carabinieri in borghese che le hanno chiesto un documento per identificarla, trasmettendo telefonicamente i suoi dati alle rispettive centrali operative (separate !) per una verifica di eventuali precedenti.

il cartello
Paola Pozzoli con il fazzoletto
dell'Anpi e il cartello

L'identificazione rientra senza alcun dubbio nei poteri degli agenti di polizia, peraltro assolutamente corretti, il problema, gravissimo problema, sta nel fatto che si è trattato senza alcun dubbio di una identificazione “mirata”, della identificazione cioè di una persona che aveva espresso, in modo del tutto corretto, la sua contestazione per il comportamento del sindaco e del presidente Allevi, di una persona che aveva espresso quindi una sua chiara posizione politica. Ci auguriamo veramente che di sola identificazione si tratti e non di una conseguente schedatura politica che sarebbe chiaramente anticostituzionale.
Molto più opportuno sarebbe stato procedere all'identificazione di tutti i fascisti ed i simpatizzanti che si sono recati a rendere omaggio ai caduti di Salò !

Franco Isman

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