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Sia pure nella sua stesura “provvisoria” ed essenziale, nella riunione di Commissione lo scorso 30 luglio, all’unanimità è stato approvato lo Statuto della nostra Provincia.

Questo risultato è stato reso possibile dal senso di responsabilità di tutte le forze politiche presenti nel parlamentino brianzolo e dalla caparbietà del PD

che ha imposto da subito la precisa volontà di scandire tempi celeri per il primo testo dello Statuto, al fine di avviare già per il mese di settembre le relative Commissioni consiliari e dunque essere, con la ripresa dei lavori, nel pieno e organico funzionamento politico dell’Ente.

Non è stato difficile, per la verità, riscontrare una certa sintonia tra tutti su questi temi.

Se la Provincia è davvero nuova, dobbiamo cercare di mettere in pratica quello che soprattutto il centrosinistra per un verso, ma anche l’altro schieramento hanno sempre affermato: alternativi su scelte programmatiche e condivisione di regole e principi nei quali riconoscersi.

E dunque, la scrittura definitiva del nostro Statuto è il primo e importante banco di prova dell’apparente strapotere culturale e ideologico della destra in questo territorio e per la nuova stagione del centrosinistra brianzolo.

In altre parole, riusciremo a confrontare, quando giungeremo alla discussione dei principi fondamentali e quindi alla “filosofia” della Carta provinciale, il punto di vista, la visione di questa provincia che troppe volte e in modo banale e superficiale viene classificata come egoista, individuale e ottusamente chiusa?

Dopotutto, in questo Statuto provvisorio i principi della partecipazione e dell’efficienza/trasparenza della pubblica amministrazione sono pienamente condivisi, ben vergati,quasi a testimoniare i tratti di un’appartenenza della comunità al nuovo Ente.

Ma tutto ciò evidentemente non basta a caratterizzarne il profilo che deve necessariamente essere unico in contenuti e forme, il più alto possibile.

Non credo si possa giungere ad un accordo prefigurando una sorta di collage di parole d’ordine tra tutte le forze politiche.

Così come sarebbe aberrante presentare in Consiglio provinciale due o più ipotesi sulla parte relativa ai principi fondamentali.

Si tratterebbe di una sconfitta di tutti e il segnale di una volontà precisa di dividere più che di unire.

Ci aspettiamo una discussione serena ma anche serrata e il nostro impegno sarà nel farla dentro e fuori le sedi Istituzionali: con i cittadini, il mondo dell’associazionismo, gli opinion leader,gli ambienti culturali, insomma tra tutti coloro che hanno voglia di dire qualcosa in merito e partecipare alla discussione.

Sarà un approccio non banale e difficilmente classificabile in schemi obsoleti,troppe volte stereotipati.

Solidarietà, pace, diritti umani, ma non solo.

Ci sono parole come sussidiarietà,federalismo,identità che non appartengono esclusivamente e a uso improprio a una sola parte politica.

Saranno queste le sfide alte, affronteremo noi per primi questi temi senza aspettare il folclore padano o lo sventolio della solita bandiera ideologica ed evanescente della destra.

Domenico Guerriero

Consigliere provinciale PD

 

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