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Genova_BersaniVenerdì mattina, alle sei e trenta, appuntamento in p.za S. Caterina. Data l’ora ancora poco traffico sulle tangenziali, e poi via lungo la tortuosa Serravalle fino a Genova-Fiera. Ampi spazi, grandi costruzioni in una città stretta tra mare e montagna. Accreditamento e poi in sala.

Nella hall sono a disposizione copie del giorno dell’Unità, di Europa, e del Secolo XIX.  La sala è capiente ed accoglie senza problemi gli oltre seicento delegati regionali.  Dietro il palco e sulle pareti, su sfondo bianco il logo PD ripetuto all’infinito, con una “L” stilizzata, tutta colori, che sta per Lavoro

Un po’ alla volta arrivano i big.  Angeletti, D’Alema, Bonanni, Ichino,

Arriva Bersani, accolto da un applauso.  Sul palco, con il coordinatore Gabaglio, anche Enrico Letta e Fassina.

Alle 10,30 si inizia.

Parte la musica: tutti in piedi, si canta “Fratelli d’Italia”

Presiede  Gabaglio.

Saluti del segretario regionale Liguria, Lorenzo Basso e del sindaco di Genova  Marta Vincenzi, che fugge subito (problema Fincantieri)

Viene distribuito in sala un documento di Ichino.

Fassina introduce il tema della due-giorni, riassumendo il documento inviato a tutte le provincie, quello che anche noi abbiamo commentato in sede provinciale e regionale.

Nel frattempo arriva dalla Francia  Bernadette Ségol, accolta da un applauso di simpatia

E’ poi la volta dei sindacalisti. E qui si registra la maggiore vivacità degli interventi

Angeletti UIL,.  Denuncia il ritardo sindacale nell’analizzare ciò che è già avvenuto. Il rapporto tra politica ed economia è stato falsato dalla finanza che ora comanda sull’economia.  Le imprese, complice anche il governo, non hanno prodotto sviluppo, utilizzando invece la leva del lavoro a basso costo. Tocca anche al sindacato dire la sua su come riconquistare competitività.   Essenziale un contratto per i giovani.

Occorrono regole chiare per i rapporti sindacali.  Una legge al riguardo, o si basa su un accordo tra le parti sociali, o altrimenti è dannosa.   Qualche brusio in sala.

Segue Bonanni CISL. Stanno accadendo cose nuove.  Chiuderci nelle vecchie certezze è dannoso. Tempo di transizione che ci chiede di fondare le nostre certezze entro un nuovo quadro sociale ed economico che noi dobbiamo tessere, attraverso la collaborazione e non il conflitto.  In Europa avanza la xenofobia e il populismo. Relazioni sociali?  Non ci sono state mai. Occorre trovare la quadra, per oggi e per domani.

Fiat: non si può prescindere da costi e benefici.  Non è una municipalizzata.

Fincantieri a Genova e Napoli:  protesta di alcuni delegati campani:  “Castellamare!!!  Non Napoli “  Si agitano un po’ e Bonanni li apostrofa:  “ ma che avete?”

Importante tornare al documento unitario dei tre sindacati del 2008.  ma il pluralismo sindacale è una ricchezza.

Tocca alla Camusso, collegata via video.  Accolta da un’ovazione.

Il lavoro deve essere al centro.  Occorre difenderne la dignità, operare una rivoluzione gentile.

I problemi gravi sono la crescita, il futuro dei giovani (i migliori vanno all’estero).  No alle dimissioni in bianco ( le lettere di dimissione che alcuni imprenditori fanno firmare alle donne, e che useranno in caso queste restino incinte) . Il Paese vuole un futuro (referendum su acqua e nucleare ) . Più lavoro pubblico.  Occorre un piano energetico.  Per le industrie l’energia è troppo cara.  Questo governo ci ha lasciati indietro.  No ai contratti al ribasso. Occorre una redistribuzione della ricchezza. No alla manovra sull’IVA. Colpirebbe i più deboli e deprimerebbe i consumi.  Il contratto nazionale del lavoro è indispensabile e non va toccato.  No a quanto sostiene Angeletti.  Ma occorre una norma  erga omnes ( per tutti), che salvaguardi sia gli iscritti che i precari.

Su un punto in particolare i tre sindacalisti si esprimono: la contrattazione aziendale di secondo livello. Da tutti è riconosciuta la necessità di un contratto nazionale (magari raggruppando la pletora di quelli esistenti), che fissi le regole fondamentali, e poi contratti aziendali che completino la trattazione.  Ma per CGIL il nazionale deve avere una netta prevalenza; per CISL e UIL occorre maggiore spazio per quello  aziendale, per dare più flessibilità alla materia.

brianzoli_a_GenovaTocca a Galli della direzione generale Confindustria.

Le condizioni dell’Italia sono negative, ma non ineluttabili.  La globalizzazione non è solo negativa.  Altri paesi, come la Germania, fanno crescere il PIL molto più di noi.

Non solo i lavoratori, ma anche molte imprese sono in crisi.  Un contratto nazionale è importante, ma reso più flessibile da contrattazioni aziendali. Però gli accordi che si raggiungono in un’impresa devono valere per tutti i lavoratori. I nostri  veri competitors sono gli USA e l’Europa del nord.

Un accordo con i sindacati sarebbe un segnale di positività.  Termina l’intervento tra discreti applausi

Ora si va al buffet.  Poco spazio attorno ai tavoli e quindi ressa, ma con garbo. Si scambia qualche opinione con gli altri delegati.

Al pomeriggio si ricomincia con l’intervento di alcuni delegati regionali.

Prende poi la parola Siciliotti, in rappresentanza dei commercialisti.

La crisi ha coinvolto anche i commercialisti, un esercito di 112000 addetti + 25000 praticanti.

Anche per noi vi è una emergenza generazionale, una geografica, ed una di genere.

Visto che i controlli non funzionano, andrebbe sperimentata invece una premialità per gli onesti. E poi un appello: guardateci in modo diverso.  Auspicabile un patto tra gli onesti.

Arriva il turno di D’Alema.

Riedificare un sistema di valori condivisi e di etica pubblica.

Il lavoro è centrale e va difesa la sua dignità.  Anche per quei 4 milioni di lavoratori stranieri che contribuiscono al PIL e non contano nulla.  Il governo invece per gli immigrati prevede 18 mesi di galera.

Però la svolta non viene da sola. Vi è un gap di democrazia a livello mondiale.  Gli stati sono intervenuti per sanare i deficit delle banche,  e poi…tutto come prima.

Occorre ridurre le diseguaglianze, ma quando saremo al governo avremo un compito molto difficile.

Molto dipenderà dal riuscire a ricostruire il Paese nell’ambito europeo.  Ma l’Europa stessa soffre di mancanza di strategia.  Solo bilanci!   Rinegoziare il ruolo dell’Italia, ma in una Europa che deve cambiare.

Per farlo ovviamente occorre avere maggiore credibilità internazionale.

Nella sala comincia un certo andirivieni.  Le poltrone sono abbastanza comode, ma lo spazio per le gambe è poco. Ogni tanto occorre alzarsi.

Tocca ora a Franco Marini

I partiti sono importanti. Se vanno in crisi va in crisi la democrazia. Il nostro Partito c’è. C’è una proposta, ci sono i giovani.  Poi spezza una lancia in favore di Ichino.  Non è rottura. Così il progetto  di Boeri . Ci si può lavorare.  Occorre far crescere l’economia, altrimenti non si fa nulla per i giovani.  Gli investimenti esteri se ne vanno. Occorre provvedere invece per attirarli. Dare maggior spazio alla contrattazione di secondo livello..

Il governo ha fallito! Cambiamo la legge elettorale e poi torniamo a votare-

Seguono vari altri interventi di delegati di varie regioni.

Vengono proiettati i risultati di un’indagine commissionata dal PD a SWG sul mondo del lavoro. Dati che confermano il disagio tra i lavoratori.  La percezione che emerge del sindacato è piuttosto critica.

Parla Paolo Guerrini di Rete Impresa. (Confartigianato)

Occorre avere fiducia nelle imprese che creano lavoro.  Contro il lavoro nero.  Importanza dell’apprendistato.

Sale alla tribuna Ichino

Dopo le recenti vittorie elettorali il partito si è sentito unito, ma, come ha detto Marini, non è un partito dal pensiero unico.  Il mio documento ha dato fastidio, ma riporta idee di una larga minoranza, e comunque non è volto a dividere.  Al dunque si dovrà andare uniti. L’intento è quello di dare una risposta non immediata ma per il domani. Il dualismo va sconfitto.  Prima o poi dovremo riscrivere il diritto del lavoro. La Comm. Europea ha espresso parere negativo rispetto al Piano Nazionale delle Riforme messo a punto dal nostro governo, in quanto non affronta correttamente i problemi della flexsecuruty e del dualismo del mercato del lavoro.  Occorre che i diritti dei precari eguaglino quelli dei dipendenti ( ferie, malattia, maternità, ind. licenziamento, pensione, ecc.)

Sbagliato pensare di togliere ai padri per dare ai figli.

Seguono interventi di altri delegati delle varie regioni.

Uscendo, al parcheggio, incontriamo l’on. Morando che sottolinea la validità delle posizioni di Ichino.

A questo  punto andiamo in albergo.  Hotel Bristol, in centro alla città.  Ottima scelta del partito.  Una cena semplice, per scambiarci le impressioni della giornata, e poi un giro per la bella città di Genova.

Sabato mattina si ricomincia.  Nel frattempo  nella hall sono a disposizione copie del giorno dell’Unità, di Europa, e del Secolo XIX

Una serie di interventi di delegati che prospettano situazioni di crisi in vari complessi industriali:  Elsag, Perugina, ecc.

Parla Epifani.

Apprezza il documento di Fassina.  No agli eccessi del liberismo.  Dall’Europa non solo regole.  Non ha vigilato a sufficienza sulla finanza, ed ora Papandreu, che ha ereditato una situazione pesante dal governo precedente, non ha armi per difendersi.  Tremonti non ha fatto una politica anticiclica. Ora intervenire sarà più difficile. Occorre realismo e fiducia. Sindacati uniti.  Si riparta dall’accordo del 2008. No ad una contrattazione aziendale troppo spinta.

E’ la volta di Sergio D’Antoni.

Occorre far crescere il  Sud per far crescere anche il Nord. Occorre un modello di democrazia economica, un patto tra capitale e lavoro (ruolo dei sindacati )

Nel frattempo è arrivata Rosy Bindi accolta da una standing ovation. E’ in elegante completo color albicocca.  Anche il look è notevolmente migliorato.  Pregevole!.

Tocca a Treu

Il lavoro si sta sfrangiando. E’ crisi che nasce dall’ingiustizia e dall’esclusione (precari).Occorre efficienza e mercato, ma regolati dalla politica. Tutti quelli che lavorano devono avere gli stessi diritti.

La regia trasmette un filmato sull’episodio di Brunetta.  Commenti e risate in sala.

Ed ora la presidente Rosy Bindi

Il PD  ha capito i referendum.  La gente ha scelto le cose essenziali.

L’attuale governo ha rinunciato  al ruolo sociale che deve avere la politica.  Noi siamo alternativi a questa cultura. Da noi ci sono anche contributi diversi.  E’ una ricchezza   ma il messaggio  finale deve essere unitario.  Il lavoro  non è solo un diritto, ma di più.  E’ il modo con cui si partecipa alla crescita del Paese.  Lavorare ed essere poveri è strano.  Non dovrebbe accadere.  Penso ai giovani, alle donne.  Nelle aziende le donne che danno un contributo migliore sono quelle che hanno fatto famiglia.

Per i giovani parla Raciti.

Il lavoro è realizzazione per ognuno di noi. La crisi è stata determinata dal neo-liberismo.  Oggi in Italia occorrono investimenti anche pubblici.  Critico con la attuale politica europea.  Discutibili  i giudizi di Moody’s.

Ora si va al buffet.  Come ieri poco spazio attorno ai tavoli e quindi ressa. Arriva un tegamone con il caciucco ligure.  Ma è difficile accostarsi.  Intanto ci scambiamo  impressioni con delegati di altre regioni. Particolare interesse per le opinioni di alcuni lecchesi e del comasco.

Dopo una serie di interventi di delegati regionali, la parola passa a Fassina per la sintesi della due-giorni.

Ringrazia tutti ed in particolare quelli che hanno reso possibile questa conferenza.  In primis Emilio Gabaglio

Il partito non ha un pensiero unico ma si eviti contrasti tipo: conservatori/ moderni, oppure giovani/vecchi.

Occorre rilanciare i Forum su economia e lavoro, ed istituzionalizzare la Conferenza  per il lavoro.

Cirillo relaziona sul lavoro fatto dalla commissione per recepire le osservazioni pervenute dalla varie regioni, fra le quali la Lombardia.

Il documento, così integrato, verrà fatto pervenire alle varie provincie ed ai loro Forum.

Vengono presentati degli o.d.g. su  lavoro e ambiente, lavoro e pensione, disabilità.

Temi fondamentali per il futuro:

1)     occupazione giovani e donne;

2)     legalità del lavoro ed immigrati;

3)     Sud = emergenza nazionale;

4)     Modello di contratto nazionale ( da snellire ed accorpare i troppi contratto esistenti )  E’ irrinunciabile.  Un secondo livello esteso, ma non di deregolamentazione.

5)     Rapporti tra sindacati. Tornare all’accordo del 2008.

6)     Forum lavoro  permanenti e circoli di ambiente.

Si modifichi lo statuto e si inserisca la Commissione lavoro nella struttura del partito.

E siamo alla chiusura con il discorso di Bersani.

Stiamo facendo un partito. Ringrazio tutti ed in particolare l’’amico Gabaglio per il lavoro organizzativo. Nessun altro partito in Italia è capace di mobilitare oltre 600 delegati da tutta Italia per discutere di lavoro.

Stiamo vivendo una fase convulsa.   I riflettori nazionali sono puntati su altro: Pontida!

Ma i problemi veri è qui che si discutono! Qualcuno dice che i risultati dei referendum ci sono arrivati inaspettati.  Ma da chi?  E’ da tempo che noi vediamo che i ceti sociali soffrono per la crisi.

Noi non facciamo politica di retroscena, ma di prima fila!  Dopo Berlusconi sarà difficile guarire dalla malattia che ha introdotto: populismo, riguardo per gli amici, il “ghe pensi mi”.    E la Lega, dopo 8 anni di governo, che cosa ha fatto?  Non accordi con la Lega.  La finanza paghi quello che ha provocato.  Occorre una politica economica di stimolo.  Il governo venga a dirlo in parlamento qual è la situazione.  O disattendiamo le ingiunzione della comm. europea, o beviamo una ricetta amara.  Il Paese soffre. Tutti i tipi di lavoro soffrono.  L’analisi di Draghi è condivisibile.  Ora si è messa in moto un’energia nuova.  Non si può delegare la moralità alla giustizia.  Abbiamo già pagato per l’antipolitica. Occorre ridefinire una scala di valori dopo Berlusconi. Il Partito si deve muovere per il Paese. Il sindacato deve fare la sua parte. Gli imprenditori vivono anch’essi nella società. Noi abbiamo una responsabilità enorme.

Il segretario nazionale chiude in un crescendo di applausi e di consensi.

Nella sua tirata, ha usato, come di consueto, le simpatiche metafore.  Oggi ne ha aggiunta una nuova:

“ come si dice qui a Genova,……noi non siamo qui per asciugare gli scogli “

Non ci resta che riguadagnare la macchina e tornare a Monza con un viaggio tranquillo, data l’ora di tardo pomeriggio di un sabato.

I cinque “brianzoli”:

- Mimmo Guerriero : capogruppo PD al cons. Provinciale

- Vittorio Arrigoni: consigliere provinciale PD

- Marco Addivinola ed Ennio Muraro del Forum provinciale Economia e Lavoro

- Irene Zappalà della segreteria provinciale

Clicca per vedere l’indagine di Swg per il Partito Democratico sul lavoro

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