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zucchi_occupatoGiovedì scorso il liceo classico Zucchi è stato occupato dagli studenti per due giorni.
Il liceo scientifico Paolo Frisi sembra prossimo a seguirne l’esempio: nel corso di questa settimana si faranno le ultime valutazioni.

Che cosa sta succedendo nel panorama liceale Monzese?
Abbiamo cercato di delineare meglio la situazione organizzando un incontro, nel nostro Spazio101, con alcuni studenti di entrambi i licei, che ci hanno fornito le loro testimonianze.

Partiamo innanzitutto dalle motivazioni all’origine della mobilitazione: gli studenti stanno tentando, attraverso un gesto forte come quello dell’occupazione, di portare il loro disagio all’attenzione della città e soprattutto delle amministrazioni provinciali.
Disagio legato principalmente alla riduzione dei fondi per la scuola pubblica, e alle conseguenti carenze a livello di manutenzione, agibilità delle strutture, e sostegno alle attività extrascolastiche; ma anche alla trasformazione dell’istituzione scolastica nei suoi organi direttivi, in cui il ruolo del corpo studentesco appare sempre più marginale.

La protesta doveva in origine essere congiunta, con l’occupazione simultanea dei due licei-simbolo di Monza; diverse necessità hanno tuttavia portato ad anticipare l’occupazione del liceo Zucchi, che si è concretizzata nella giornata di Giovedì 6 Dicembre, e si è protratta fino al pomeriggio del giorno successivo.

I promotori dell’occupazione sono stati i collettivi studenteschi, che sono riusciti ad ottenere il consenso e la legittimazione della maggioranza degli studenti attraverso una votazione in Assemblea d’Istituto; il medesimo processo è quello che dovrebbe concretizzarsi nel corso di questa settimana anche all’interno del liceo Frisi, se ci saranno i numeri sufficienti.

Senza dubbio una mobilitazione di così forte impatto, al di là dei giudizi critici sulle modalità e sulla riuscita della protesta, non si vedeva a Monza da anni.
E’ importante prendere atto del fenomeno e cercare di sfruttare in modo positivo e costruttivo l’energia e la voglia di cambiamento dimostrate dal mondo studentesco; mantenere aperto il dialogo con questi ragazzi, far sentire loro la disponibilità dei nostri rappresentanti al confronto, sulla strada di quanto hanno fatto in questi giorni i nostri consiglieri più giovani, Tommaso Cereda e Marco Lamperti, e di quanto stiamo facendo noi Giovani Democratici.
E’ fondamentale guardare a questa mobilitazione non come ad un problema ma come a una risorsa, per il nostro partito e per la nostra città.