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civati-internetLa prima serata della Festa Democratica di Villasanta ha visto la partecipazione del nostro Pippo Civati, invitato dal circolo dei Giovani Democratici per spiegarci il significato del suo recente libro “Il manifesto del partito dei giovani”.

Il tema principale dell'intervento di Pippo è stato il rapporto tra i giovani e la politica: cosa fa o piuttosto non fa la politica e i partiti per le generazioni del futuro?

In questi anni secondo Civati si è sempre finito per favorire le generazioni dei meno giovani, soprattutto dal punto di vista economico.

Raramente ci sono stati interventi dei governi che cercassero davvero di aiutare i giovani; sul tema della casa ad esempio solo Padoa Schioppa, divenuto poi famoso per l'infelice battuta sui “bamboccioni”, aveva cominciato a fare qualcosa.

I governi di centro destra sono invece totalmente assenti su questo tema, nonostante abbiano creato addirittura un Ministro della gioventù con la Meloni. Basti pensare alla proposta ridicola di un abbassamento dell'età necessaria per accedere al parlamento: è forse una proposta concreta per i giovani ?

In questi anni, prosegue Civati, le diverse riforme del mercato del lavoro sono andate nell'unica direzione della precarietà, senza realizzare quella riforma degli ammortizzatori sociali che potesse aumentare le tutele per i precari: così ci ritroviamo giovani che restano precari per molti anni, senza l'opportunità di mettere da parte i contributi per una pensione dignitosa.

civati-libroLa proposta del contratto unico, avanzata timidamente dal Pd, potrebbe invertire questa tendenza. Anche il sistema pensionistico andrebbe rivisto; le generazioni più anziane devono dare un contributo per i giovani e non si tratta solo di un eventuale aumento dell'età pensionabile, ma di una generale redistribuzione delle risorse: per esempio pensiamo agli stranieri che lasciano i contributi ma che non li riscuoteranno in futuro, perchè non convertire questi soldi in contributi per i precari ?

A questo punto veniamo a uno delle questioni che più stanno a cuore a Civati, la scarsa partecipazione dei giovani nei partiti, in particolare nel Pd, e anche le scarse opportunità che una classe dirigente troppo timorosa dà ai giovani di maggior talento.

Da qui è nato pochi mesi fa un movimento, poi ribattezzato in maniera un po' infelice “i rottamatori”: Civati ci tiene a chiarire che i rottamatori sono dentro al Pd senza esitazioni ma pongono alcuni questioni importanti come il ritorno alle preferenze nelle elezioni politiche o l'applicazione della primarie dovunque, insomma qualunque strumento che possa aumentare l'accesso e le possibilità di elezione di persone giovani e in gamba.

D'altronde le recenti elezioni vittoriose dimostrano come un Pd che gioca in uno schema aperto, sostenendo con forza anche candidati esterni come Zedda e Pisapia, non scelti dai soliti dirigenti, può raccogliere ampi consensi aldilà dello steccato dei tradizionali elettori.

Ai giovani deve essere consentito di fare politica più liberamente ed è importante secondo Civati non conformarsi al pensiero della dirigenza.

Il partito deve poi aprirsi ai nuovi strumenti della modernità come l'utilizzo dei social network, di internet e in generale il linguaggio della politica deve essere più diretto e semplice: in questo modo si potranno riportare i giovani in politica, cambiando il pensiero comune che vuole la politica noiosa e piena di mascalzoni.

Si è parlato infine anche del movimento Cinque Stelle, un movimento composto in gran parte da elettori delusi dai partiti tradizionali della sinistra, dice Civati.

Loro chiedono in fondo tutte cose condivisibili, al di là dei toni sbagliati di Grillo.

Il nostro partito deve dare una risposta a questi temi, come ad esempio gli alti costi della politica e i temi ambientali, che devono tornare ad essere prioritari nel centro sinistra.

Non sono mancate molto battute ironiche da parte di Pippo, e ci sono state parecchie domande poste dai giovani di Villasanta, Monza e di altre parti della Brianza.