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villareale chiudeOrmai è ufficiale: il 15 gennaio la Villa Reale di Monza chiude in modo definitivo al pubblico, a soli sei anni dall’apertura, a seguito della lite tra il proprietario, il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, ed il concessionario, Nuova Villa Reale.

Perdono il posto di lavoro 14 persone, sono state cancellate le mostre in programma, chiuse le forniture, a breve saranno rimossi anche gli arredi del concessionario disegnati dall’archistar De Lucchi.

Indubbiamente, la pandemia di Covid-19 ha contribuito, causando la chiusura temporanea della Villa Reale, come per tutti i musei, ma la crisi arrivata a compimento in questi giorni ha motivi profondi.

Vale la pena ricordare, infatti, che l’attuale gestione della Villa Reale nasce da un bando di gara indetto nel 2010 da Infrastrutture Lombarde, società di Regione Lombardia, che insieme ai comuni di Monza e Milano ed al Ministero dei Beni Culturali forma il Consorzio di gestione.

E vale la pena di ricordare anche che allora tutte e quattro gli enti fondatori del Consorzio erano diretti da maggioranze politiche di centrodestra.

Purtroppo, il bando mise insieme due cose molto differenti: il restauro della Villa Reale con fondi prevalentemente pubblici, e la sua successiva gestione. Il vincitore, Italiana Costruzioni, oltre al restauro del corpo centrale della Villa, ottenne la sua gestione per vent’anni, a fronte di un canone irrisorio: configurando così una quasi completa privatizzazione del bene pubblico.

E come abbiamo visto, non è detto che chi sa restaurare bene, sa anche gestire adeguatamente un bene culturale.

Le contestazioni del bando di gara furono forti in città, suscitando un movimento di cittadini preoccupati per le sorti della Villa Reale.

Ma nonostante tutto, l’apertura della Villa nel 2014 dopo il restauro fu un successo.

Basti dire che per la prima volta Monza vide arrivare pullman di turisti, scoprendosi in difficoltà nel trovare gli spazi adatti per farli parcheggiare. Grazie alla collaborazione fattiva tra Consorzio e Concessionario si svolsero mostre di successo, si portò un pezzo della Triennale all’ultimo piano della Villa, il Belvedere, evitando che il ristorante se ne appropriasse, si aprirono gli appartamenti reali : insomma la Villa Reale tornò a vivere, e mosse i primi passi verso la nascita di un polo culturale ed espositivo che avrebbe potuto avere un grande futuro.

Ma negli ultimi anni la situazione si è fatta molto più difficile.

Ho notato infatti, con grande dispiacere, un netto calo di interesse da parte dell’attuale amministrazione di Monza, del suo Sindaco, che è di diritto Presidente del Consorzio, e di Regione Lombardia, che ne è il socio più rilevante.

Basti dire che in questi tre anni sono rimasti quasi  inutilizzati i 55 milioni di euro che l’amministrazione precedente è riuscita ad ottenere da Regione Lombardia in cambio dell’ingresso della Regione stessa nella proprietà del Parco.

Risorse molto importanti, che avrebbero dovuto essere impiegate anche per proseguire il restauro della Villa Reale, aumentandone l’attrattività. Non per niente, questo è uno dei punti che il Concessionario sottolinea, nel contenzioso con il Consorzio.

L’immobilismo del Consorzio appare evidente anche nelle mancate risposte alle contestazioni del Concessionario, che ha avviato una procedura legale in novembre ed ora la sta portando a compimento. L’incontro decisivo sarà il 15 gennaio.

Intendiamoci, il contenzioso aperto dal Concessionario mi appare, per la gran parte, un tentativo di recuperare risorse pubbliche per coprire una gestione privata inadeguata ed in perdita. Ma lasciare senza risposta le sue contestazioni rischia di portare ad uno sperpero di risorse pubbliche che dovrebbero essere utilizzate per il la Villa Reale ed il Parco.

Ora il sindaco promette, dopo il 15 gennaio di spiegarci cosa intende fare, ma senza un deciso cambiamento nel suo atteggiamento nei confronti del Consorzio, dubito si possa rimediare a questa grave crisi del nostro gioiello cittadino.

Judith Aguirre
Articolo bello e sintetico.

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