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pgt_monza-4Mercoledì scorso, il neo Assessore all’urbanistica di Monza Claudio Colombo ha organizzato un interessante incontro di confronto sull’urbanistica comunale, in vista della preparazione del nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT) che deciderà il futuro della  nostra città.

Sono stati invitati gli assessori all’urbanistica di Milano, Lucia de Cesaris, e di Desio, Daniele Cassamagnago.

Infatti sia Desio che Milano hanno visto nel 2011 la vittoria del centrosinistra, e la conseguente decisione di modificare profondamente le politiche per il territorio: in entrambi i casi le amministrazioni precedenti avevano lasciato Piani di Governo del Territorio con previsioni di aumento delle densità edilizie, compromissione delle aree verdi, scarsa attenzione ai servizi.

L’obiettivo quindi è stato quello di capire quali politiche è possibile perseguire oggi per migliorare la dotazione di servizi, garantire una offerta residenziale di tipo sociale, contenere il consumo del suolo e stimolare la ripresa economica.

L’esperienza della città di Milano è stata vincolata dalla scelta di non ripubblicare da capo il PGT vigente, ma di limitarsi a migliorarlo, usando la fase delle osservazioni e controdeduzioni. Questo ha permesso di ridurre gli indici di densità edilizia e migliorare la difesa del verde, cancellare la contestata Gronda Nord. Il Piano dei Servizi è stato rifatto per migliorarne la dotazione. Tutte le decisioni sono state prese valorizzando il ruolo del decentramento, ascoltando i quartieri.

Resta ancora da realizzare l’individuazione delle aree agricole strategiche, ma tutto il resto entrerà definitivamente in vigore per novembre. Grande comunque è la preoccupazione di fronte alle numerose grandi operazioni di trasformazione urbana in corso, che rischiano di essere fermate dalla crisi economica, lasciando dei veri e propri buchi neri nella città­.

Molto più forte l’esperienza della città di Desio, data la grave compromissione del territorio permessa dal PGT vigente dal 2009. Dopo che l’indagine Infinito sulla Ndrangheta in Brianza ha causato la caduta della maggioranza di centrodestra, fin dalla campagna elettorale i candidati di centrosinistra hanno trovato un grande consenso alla loro proposta di azzerare l’espansione edilizia prevista del PGT, che avrebbe portato Desio a saldarsi con le città limitrofe, edificando gran parte delle aree libere, di fronte a 5.000 appartamenti già esistenti ed ancora oggi vuoti.

La nuova maggioranza, in soli 4 mesi ha approvato una variante di salvaguardia sia al piano delle regole che al piano dei servizi, che ha eliminati 1,4 milioni di metri quadri edificabili, restituiti alle aree agricole.

Grazie a questa manovra è stato possibile saldare tra di loro i Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS) del Grugnotorto e della Brianza Centrale, aprendo la strada alla realizzazione di un Parco Regionale.

L’indice fondiario è stato abbassato, ed è stata introdotto per le nuove costruzioni il vincolo a realizzare il 60% di edilizia convenzionata.

A questa prima fase di salvaguardia, naturalmente, è seguita la seconda che prevede la preparazione di un nuovo PGT: anche in questo caso si stanno ascoltando i pareri dei cittadini, con incontri di quartiere.

La città di Desio verrà interessata nei prossimi anni sia dalla Pedemontana che dalla nuova metrotramvia, che vanno gestite dal punto di vista urbanistico.

E Monza? Nella nostra città il PGT vigente dal 2007 ha subito uno strano percorso. preparato dalla giunta Faglia, è stato approvato “obtorto collo” dalla giunta Mariani, con numerose modifiche peggiorative. La variante predisposta dal centrodestra, ed approvata di corsa poco prima delle elezioni, è stata revocata.

Quindi, visto che il PGT vigente ha già cinque anni, la legge urbanistica regionale ne chiede la revisione: compito del nuovo assessore all’urbanistica.

Il dibattito tra i presenti ha evidenziato le difficoltà dovute alla crisi economica, che fermando il meccanismo della rendita fondiaria ha ridotto fortemente le risorse, sia private che pubbliche, per il miglioramento della città.

E’ tempo quindi di individuare strumenti nuovi per reperire le risorse, rimettere in moto l’intervento pubblico e fermare il consumo del territorio.

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