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  • PERCHE’ FARE OPPOSIZIONE E PROPOSTE SIGNIFICA OGGI ESSERE RIFORMISTI

 

Essere riformisti significa fare proposte

 

Un riformismo che abbia il coraggio di sfidare le destre non rincorrendole, limitandosi a proporre correttivi ai modelli economici e sociali che ha imposto, ma mettendo in campo una gerarchia di valori alternativa e proiettata sul futuro.

 

Abbiamo bisogno di riforme che correggano le gravi distorsioni nella distribuzione del reddito e del mercato del lavoro, che rilancino la mobilità sociale; riforme per valorizzare un capitale umano e sociale che si sta impoverendo; scelte di politica industriale che sostengano l’innovazione e la ricerca in particolare sulle fonti energetiche, che difenda l’ambiente e sviluppi la cultura, questi sono beni pubblici e non solo requisiti di mercato.

 

Essere riformisti non significa restare zitti.

Ci accusano di antiberlusconismo, ogni critica che facciamo per contrastare il governo non è antiberlusconismo!!.

 

Un riformista alza la voce, batte i pugni sul tavolo quando vede violentati lo stato di diritto e le istituzioni democratiche, quando un capo del governo attacca la stampa, quando vede un governo che nega la crisi e le difficoltà di milioni di italiani, che non approva né riforme strutturali né misure per fronteggiare l’emergenza.

 

Abbiamo bisogno che dalla crisi possa uscire un'Italia migliore, non quella di prima. Un'Italia che proprio attraversando le difficoltà riscopre i valori fondanti della solidarietà, delle comunità locali, dell'essere una nazione.

 

  • PERCHE’ PER NOI ESSERE LAICI SIGNIFICA…

 

Un partito laico non laicista, un partito plurale che non cerca di fare prevalere una identità sulle altre.

Un partito che coltiva le diversità culturali al suo interno come una ricchezza, ma che cerca e trova la sintesi al suo interno e che comunque in mancanza di questa decide; che rispetti la pluralità di culture che arricchiscono il partito. Che non le teme.

 

Un esempio…non a caso: ci aspetta alla Camera il lavoro sul testamento biologico.

Ci ascolteremo, dialogando…ma alla fine decideremo la posizione del partito e rispetteremo fino in fondo chi non si sentirà di condividerla, ma decideremo. Sarà il modo più onesto di interpretare la laicità del nostro partito e di rispettare il principio intoccabile della laicità dello stato.

 

  • PERCHE’ VOGLIAMO UN PARTITO APERTO AGLI ELETTORI, IMPEGNATO CON GLI ISCRITTI, DEMOCRATICO ANCHE CON LE PRIMARIE

 

Vogliamo tutti un partito solido… ma fare un partito solido nel 2009 non significa rispolverare i modelli di cinquant’anni fa.

 

Un partito capace di affiancare nelle sue scelte gli iscritti e gli elettori, attraverso anche lo strumento irrinunciabile delle primarie; ecco perché riteniamo che anche le primarie del 25 ottobre saranno un’altra momento importante per noi e per la democrazia italiana.

 

Un partito che sostiene l’impegno dei propri militanti e iscritti, ma che sa anche che nella società di questo secolo esistono altre forme di partecipazione a un progetto politico,

 

Gli elettori del PD non sono estranei, sono parte di noi, sono quelli che arrivano nelle grandi mobilitazioni civili, che sono impegnati nell’associazionismo, ci sostengono nelle campagne elettorali, che riempiono le piazze e i comitati.

 

Un partito aperto…che spalanca i propri gruppi dirigenti a quelle persone, soprattutto a quei giovani e quelle donne, che non hanno appartenenze precedenti e che hanno scelto di cominciare il loro impegno politico con il PD.

Un PD capace di valorizzare il nuovo (non il “nuovismo”) e di investire sull'esperienza e sul radicamento territoriale di sindaci, di amministratori, di segretari provinciali e coordinatori di circolo, di parlamentari e quadri del partito.

 

  • PERCHE’ UN PARTITO DEI TERRITORI

 

Un partito nazionale e federale che, dentro una missione unitaria, lasci ai partiti regionali risorse finanziarie, autonomia politica e organizzativa. Un partito radicato sul territorio, che vuole avere la sua presenza in ogni provincia, in ogni città e una rete dei circoli in paesi e nei quartieri con una sede aperta.

 

I Circoli non come luoghi per misurare i rapporti di forza nei congressi o per comporre organi e giunte, ma che si occupino del territorio e dei problemi delle comunità locali in cui sono. I Circoli come antenne per ascoltare e capire l'Italia.



  • PERCHE’ NUOVE ALLEANZE SUI PROGRAMMI, PERCHE’ NON SI TORNI INDIETRO SUL BIPOLARISMO E LA DEMOCRAZIA

Dobbiamo dire con chiarezza che non torneremo a quella stagione delle coalizioni frammentate e litigiose e incompatibili, costruite con l’unico collante del nemico.

Per tornare a vincere e governare, vanno costruite nuove alleanze che diano agli italiani la garanzia di un programma condiviso e realizzabile. Credibile non solo per vincere ma anche per poi riuscire a governare. Difenderemo i principi del bipolarismo e dell’alternanza tanto faticosamente conquistati.

Non torneremo nemmeno indietro a scelte politiche né accetteremo leggi elettorali che spostino a dopo il voto la scelta delle alleanze, sottraendo ai cittadini il diritto di conoscerle e sceglierle prima.

Dopo che già ci è stato già tolto il diritto di scegliere le persone da eleggere. Diritto che noi vogliamo venga restituito a loro, con il ritorno ai collegi uninominali , compatibili con diversi modelli di legge elettorale, ma sempre in grado di mantenere il migliore rapporto tra un eletto e il suo territorio.

L’appello è sottoscritto da elettori e iscritti di Monza che intendono sostenere Dario Franceschini a futuro Segretario del PD:

Primi firmatari:

Bertola Cherubina,

Cerroni Andrea,

Civati Sergio,

Confalonieri Paolo,



Giannoni Zelindo,

Imperatori Angelo,

Imperatori Valerio,

Majoli Giorgio,



Masera Giuseppe,

Muraro Ennio,

Porro Giovanna,

Sala Marco.

 

 

 

Info zona Monza:

A. Imperatori (angelo.imperatori@alice.it) - M.Sala (marcosala@italsilva.com) - S.Civati (sergiocivati@gmail.com)

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