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marino

Caro Dario, Caro Pierluigi, un confronto rigoroso fra i candidati alla segreteria del Pd fa parte del gioco. Ma guai se finisse per condizionare la nostra capacità di partito di avere una voce sola su alcune grandi questioni.

Penso alla «emergenza occupazione» che rende il nostro autunno caldo e drammatico. E penso alla «emergenza informazione », con telegiornali che, spesso, invece di descrivere la reale situazione del nostro paese, ne danno un’immagine edulcorata e che altrettanto spesso non riportano le notizie. Se su queste due emergenze tutti insieme non ci facessimo sentire subito con proposte e impegni chiari chi ci guarda non potrebbe che farsi un’idea sbagliata: il Pd in vista del suo Congresso privilegia le polemiche interne rispetto a una seria sfida politica da lanciare a questa maggioranza, incapace di fare uscire il Paese da una condizione di fragilità, di inferiorità.

Da qui la mia proposta: mettiamo insieme subito le nostre migliori forze e intelligenze e prima della riapertura dei lavori parlamentari, ben prima del nostro Congresso, presentiamo e lanciamo progetti per far fronte alla crisi che il Paese sta attraversando. Abbiamo a che fare con una crisi del lavoro e dei consumi del tutto evidente, drammatizzata a ragione da sindacati, Confindustria e Confcommercio. Ma la crisi più profonda mi sembra sia quella della qualità della nostra democrazia, che per far fronte all’emergenza ha bisogno di cittadini più consapevoli e informati e non di telespettatori inerti. Potremo anche discutere fra noi del Pd su grandi temi sociali e civili come il testamento biologico, il riconoscimento delle unioni civili, oppure sulle strategie future per le alleanze da costruire ma guai se quella che dovrebbe essere una sana presa d’atto delle nostre diversità, quella che dovrebbe essere uno specchio e una forza della nostra democrazia interna, potesse essere interpretata come una fastidiosa lotta politica per il potere di un candidato contro l’altro. Sono tanti gli italiani che ci hanno dato fiducia in due occasioni: le primarie per Romano Prodi e quelle per Walter Veltroni. Molti sono giustamente delusi da quello che abbiamo fatto, o meglio non abbiamo fatto. E’ tempo di ritornare a spiegarci e a far capire che consapevoli anche degli errori, delle omissioni, delle mancanze di coraggio, siamo pronti a riprendere in mano lo spirito di due anni fa con cui tanti di noi hanno desiderato dar vita al Partito Democratico.

Durante il mese di agosto abbiamo lasciato alla Lega Nord tutti gli spazi mediatici possibili con le sue inaccettabili proposte. Viviamo in un Paese grande e dignitoso e addolora vederlo rovinato anche a livello internazionale dalle polemiche sugli eccessi del premier, sempre più alla mercé di Bossi e dei suoi. Settembre diventi il mese della nostra reazione, le nostre Feste del Pd e i congressi nei Circoli siano l’occasione per far conoscere i termini della nostra sfida, per ridare una speranza nel futuro non solo a chi ci sostiene ma anche a chi finora non ha creduto nel progetto innovativo che il Pd rappresenta.

Insieme, tutti e tre i candidati alla segreteria del Pd, cominciamo a dimostrare che sui grandi temi dell’emergenza siamo uniti con proposte condivise.

 

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