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valerio imperatoriDue giorni sono trascorsi dalle elezioni suppletive del Senato. Marco Cappato non è riuscito a battere il candidato di famiglia e soprattutto della peggiore destra che il nostro Paese abbia mai conosciuto dal dopoguerra. Adriano Galliani è oggi un senatore della Repubblica.

Devo confessare che fino alla penultima settimana di campagna elettorale ho creduto che avremmo potuto farcela ma poi la destra ha serrato i ranghi i loro leader nazionali sono sbarcati a turno in città, Galliani ha iniziato a girare perfino per mercati, insomma forse consapevoli del rischio che correvano sono corsi ai ripari. Al netto dell’astensionismo, sempre più preoccupante per la democrazia, a Monza lo scarto tra Galliani e Cappato è ridotto solo a 1200 voti, a conferma  dell’ottimo lavoro che il PD cittadino ha svolto grazie allo straordinario impegno profuso dalle sue iscritte e dai suoi iscritti. Un dato che non mi consola ma che evidenzia due aspetti:

  1. la nostra capacità di mobilitazione e iniziativa;
  2. nonostante le criticità emerse a partire dalla candidatura di Marco Cappato, abbiamo saputo superarle e batterci testa a testa. I nostri circoli hanno ripreso l’attività durante e dopo la fase congressuale, promuovendo banchetti e iniziative.

Di questo vi assicuro dobbiamo essere orgogliosi, consapevoli del fatto che il PD di Monza ha fatto tutto ciò che era possibile fare per sostenere Marco Cappato, per dimostrare che il candidato si sarebbe assunto l’onere e l’onore di battaglie relative al nostro territorio.
Potevamo fare di più e meglio? Certo come sempre, ma mi permetto di segnalarvi, al netto dell’astensionismo, che solo nel vimercatese si vince e solo Monza, la cui percentuale di votanti è più alta della provincia, regge bene la sfida elettorale.

Forse quei 1200 voti avremmo potuto anche recuperarli.

Detto questo vorrei soffermarmi e condividere con voi alcune considerazioni:

  • sono state vere e proprie elezioni fantasma, senza informazione istituzionale, senza informazione del servizio pubblico (Rai), senza l’attenzione dei mass media tradizionali,
    senza le classiche tribune politiche o semplicemente confronti pubblici tra candidati;
  • tutto ciò senza dimenticare una legge elettorale ormai inadeguata. In diversi paesi europei
    è introdotto il doppio turno o se volete ballottaggio. Il PD nazionale deve dare vita a un processo di riforma della legge elettorale che sappia restituire a tutti i cittadini la possibilità di scegliere in piena libertà i propri rappresentanti;
  • credo non sia più possibile interpretare l’astensionismo come un dato che svantaggia uno schieramento per favorirne un altro. Siamo in presenza di un preoccupante processo che mina alle radici il tessuto democratico della nostra società. Fenomeno al quale ancora oggi non sappiamo offrire risposte. Credo dovremmo impegnarci tutti a studiarne le ragioni più vere, più da vicino, per poter poi affinare l’efficacia del nostro operare, senza ricorre a retoriche spiegazioni: sono tutti uguali, le cose non cambiano mai, ecc…..
  • quello che risulta più preoccupante al sottoscritto è la natura ideologica del voto a destra. Pensate, la scelta era tra un dirigente sportivo che ha sempre disertato il Senato, designato dalla famiglia Berlusconi e un giovane da sempre impegnato nelle battaglie per i diritti civili (battaglie condivisibili o no) per le quali ha pagato di persona. Bene Cappato è stato descritto come il nemico dei fondamenti che regolano la nostra convivenza civile, come colui che volendo allargare gli spazi di democrazia e libertà avrebbe messo in discussione il sistema di valori propri della destra nostrana con la quale purtroppo si identifica una parte consistente dell’elettorato. Un tempo, numeri alla mano, era il centrosinistra che nel voto evidenziava una scelta di appartenenza, seppur non ideologica ma sempre di appartenenza. Oggi, per quanto ci riguarda non è più così;
  • queste elezioni suppletive ci dicono anche che la vocazione maggioritaria originaria del PD, certo non favorita dall’attuale legge elettorale, risulta essere improponibile. Tutto ciò ci impone la costruzione di forti alleanze sociali e politiche in grado di sconfiggere la destra. Alcuni lo chiamano campo largo ma io penso che le alleanze sociali siano altra cosa dalla somma delle forze politiche, ricordando che in politica 1+1 non fa mai 2, può fare meno o più di 2. Alleanze sociali si costruiscono aprendo i recinti dei partiti, dialogando con le forze del lavoro, con le organizzazioni di categoria, con il terzo settore, con le professionalità emergenti nei diversi settori della vita sociale, con i giovani, con coloro che soffrono a fronte di un servizio sanitario pubblico che viene puntualmente smantellato, con coloro che a causa di salari ridicoli non riescono a fronteggiare l’aumento del costo della vita, con coloro che vivono ai margini della società (vecchi e nuovi poveri). Insomma con coloro che si battono per superare le diseguaglianze.

Si potrebbe continuare ma credo possa essere sufficiente per riflettere.

Concludendo vorrei solo ringraziare le nostre iscritte e i nostri iscritti per aver lavorato senza sosta per la candidatura di Marco Cappato al quale ho chiesto di continuare a occuparsi del nostro territorio che in questi mesi ha conosciuto più da vicino.

Pippo Biassoni
Una parte del partito si è astenuta. La distanza tra i bisogni, quindi le risposte che bisognerebbe mettere in campo, e la giunta spesso sono inascoltate. Manca un segnale che caratterizzi la differenza tra un noi ed un loro, creando sfiducia, indifferenza, qualunquismo. Un abbraccio

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