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LogoPDMonza resizedUna serie di azioni concrete per ricordare a tutti il ruolo che le donne hanno avuto e avranno in tutti i campi, dalla politica alla cultura.
Questo l’impegno delle consigliere del Partito Democratico.

L’8 marzo, data simbolo di un percorso quotidiano, una serata dedicata a Artemisia Gentileschi Donna, pittrice, rivoluzionaria in cui la politica incontrerà l'arte, la poesia, la musica e la giurisprudenza. Qualcuno dice che "tutto è politica ". In questo senso l'arte ha spesso giocato un ruolo importante.


È proprio il caso di Artemisia Gentileschi, straordinaria pittrice del '600, tra le artiste più rappresentative nel panorama del barocco italiano, vittima di uno dei peggiori stupri della storia, operato dal pittore di paesaggio Agostino Tassi.

Venerdì 8 marzo alle ore 21 presso il Centro Civico Cederna, via Cederna 19

Due mozioni sulla toponomastica al femminile per ristabilire un equilibrio e ridare peso al ruolo delle donne nella storia del Paese e della nostra città e anche nella quotidianità.
L’intitolazione a Aurelia Josz della via nel Parco che porta da viale Cavriga alla scuola di Agraria, grazie alla mozione presentata da Giulia Bonetti e la mozione della consigliera Brizzolara che chiede l’intitolazione dello spazio antistante la stazione alle donne che fecero la Costituzione, alle madri costituenti, vanno in questa direzione.

Non solo, le Consigliere Comunali del Partito Democratico di Monza hanno deciso di donare a tutti i consiglieri comunali il libro, Ventuno. Le donne che fecero la Costituzione, Cappelletto Iantosca; Edizioni Paoline. Un segno, un gesto, un richiamo per ricordare a tutti noi donne e uomini che viviamo nelle istituzioni il valore del contributo delle donne che parteciparono all’elaborazione della nostra Costituzione.

In vista di questo 8 marzo vogliamo ristabilire un principio di ruolo e di peso delle donne. Non solo rivendicare diritti e men che meno celebrare una festa (magari tutta di stampo commerciale).
Vogliamo costruire una Politica diversa, che sia più attenta alle donne e alla cultura della differenza, che dia spazio a talenti di cui spesso è ostacolata la crescita, perché questo giova alla società, tutta.

Per questo anche i simboli contano oltre che il quotidiano lavoro di tutela, di lotta alla violenza, di conquista dei diritti nel campo del lavoro, di redistribuzione del ruolo di cura.

La strada da fare è ancora lunga.

Ma c’è ancora un domani.

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