medici con l africaMentre da noi ci si litiga sull’art.18, in Europa sul patto di stabilità, nel mondo con la ripresa di guerre civili e fratricide… una “guerra silenziosa” chiamata Ebola ha già mietuto più di 3500vittime ed altre 8000 ne sono infette in Liberia, Sierra Leone e Guinea… nella quasi indifferenza del mondo occidentale…semmai preoccupato che prima o poi Ebola colpirà anche noi…

Patrizia Toia,  nostra Parlamentare europea, ci ha inviato una lettera drammatica di Don Dante Carraro del Cuamm una Ong impegnata sul “campo” a rischio e pericolo dei propri medici, infermieri e volontari. Troverete anche le modalità per contribuire da subito in termini di aiuto e sostegno.

Ci limitiamo a riportarne alcuni stralci della lettera con la storia di una bambina: Lucia e dei medici Clara e Paolo, che ne hanno vissuto prima la speranza e poi il dramma.

…Da venerdì 19 settembre alle 7 a lunedì 22 alle 7 si sono tenuti gli “stay at home days”. …le fonti ufficiali dicono che sono state controllate più di un milione di famiglie e scoperti 130 nuovi casi. La Sierra Leone è uno dei paesi più colpiti dall’epidemia, con quasi 600 delle 2.800 morti complessive registrate finora.

«...La ricerca viene fatta casa per casa, capanna per capanna – racconta Clara – si porta sapone, vengono date informazioni corrette sulla malattia, vengono controllati tutti gli abitanti di quel nucleo famigliare. I malati sospetti, quelli che presentano i sintomi della malattia (febbre alta, vomito, diarrea, sanguinamento, congiuntivite, rush cutanei) vengono trasportati con l’ambulanza negli holding centers (centri di isolamento). I malati diciamo così “ordinari”, broncopolmoniti, malaria, donne con gravidanze a rischio che si sono nascosti per la paura del contagio, vengono indirizzate verso le strutture di cura. Una nostra macchina è fuori da ieri e ha portato nelle zone rurali 12 supervisori che coordinano 250 contact tracers (addetti al tracciamento dei casi). Un’altra macchina sta caricando farmaci e sta andando a Zimmi, focolaio dell’epidemia in questo distretto...».

Il Cuamm gestisce due centri di isolamento: uno nell’ospedale di Pujehun, l’altro a Zimmi, 150 miglia da Pujehun che a causa delle pessime condizioni delle strade si percorrono in 6 ore di fuoristrada. I centri di isolamento sono pronti ad accogliere i casi sospetti…... Ci aspettiamo che arrivi un grande afflusso di casi soprattutto tra domani e domenica».

«Di che cosa c’è bisogno? – conclude Clara – Serve tanto lavoro. E ha iniziato a scarseggiare anche il cibo, oltre che i farmaci e i materiali di protezione che si consumano in quantità...». (Clara, 19 settembre)

La vera urgenza sono le latrine esterne e successivamente acqua corrente. Qui a Pujehun ricoverati all'isolation unit abbiamo un uomo, 1 bambina di 4 anni (i genitori sono già morti), il corpo della nonna (della bimba). È l'1.30 e ancora non hanno deciso dove seppellirla nonostante vari incontri con il district council ecc. La bimba deve essere sorvegliata a vista e quindi una persona sta sempre all'interno del recinto indossando i PPI (tuta di protezione). Ad un certo punto, disperata e in lacrime, la bambina è scappata e, con fatica, sono riuscita (sempre munita di PPI) a farla ritornare a ! letto, dentro l'isolamento. È molto agitata, rifiuta cibo e alimentazione ed è quasi impossibile mantenere la via d'infusione...

…Così ci scrive Paolo Setti Carraro, chirurgo, come un grido di angoscia:
«Centododici passi. Ho voluto contarli questa mattina, andando in ospedale, con passo disteso, il sole già caldo sul viso, una pioggerella fresca che per contrasto mi spruzzava i capelli e gli occhiali.
Centododici passi ...poco più di un minuto di strada. Lucia è arrivata da otto giorni, in coma, gonfia d’acqua, pallida come un cencio, una bambina scura di pelle, ma quasi candida di anemia. Ci sono voluti due giorni per rimetterla in sesto. Una notte di Chiara a controllare che il sangue che scendeva nelle sue vene, tremila gocce in dieci ore, contate una per una, non la facessero soffocare nella sua acqua. Che urinasse, che si risvegliasse. La malaria l’ha fatta tremare di febbre per molte ore, andava spugnata di continuo per raffreddarla, per evitare nuove convulsioni.
Centododici passi, la distanza dalla nostra casa al suo letto. …..Poi di nuovo la febbre, acuta, improvvisa. Coi brividi. Lo striscio: ancora malaria. La prima linea ha fallito, è tempo di passare al chinino. Un’altra notte di Chiara a controllare lo zucchero nel sangue, sempre giù, sempre più giù. Non serviva a nulla lo zucchero o il latte dal sondino, acqua fresca. Servivano boli di glucosata, in continuo. Sette dosi di diuretico in due giorni, il respiro affannoso, la saturazione d’ossigeno altalenante.
Centododici passi , i miei e quelli che Chiara copriva sempre più spesso. Finalmente sta bene, ha ricominciato a mangiare, si muove con lentezza, è rognosa, ma viva. Due giorni di! pausa, un sospiro di sollievo….. E che il suo calvario sia terminato. L’abbiamo lasciata ieri notte ben dopo le undici, un poco irrequieta…..alle due si risveglia affannata. Comincia ad agitarsi nel letto, irrequieta. Ha urinato pochissimo. Si mette seduta….
Centododici passi. Nessuna copertura di rete. Il temporale si è scatenato a mezzanotte ed ora i telefoni sono fuori uso. Il respiro si fa più pesante, lei non riesce a restare sdraiata. Comincia una tosse stizzosa, il respiro è più laborioso. Nessuna copertura di rete. C’è chi toglie e rimette la batteria, chi accende e spegne forsennatamente il telefono, chi rimuove la SIM. A volte funziona. Fuori un silenzio di tomba. Ha smesso di piovere, la notte è buia e silenziosa. Il respiro si fa gorgogliante. Brave! Ora viene aspirata e sta un po’ meglio. Rimosse le secrezioni dalla bocca, sembra respirare più tranquilla. Ma la saturazione d’ossigeno è ancora bassa. Nessuna copertura di rete…
Centododici passi tra il suo letto ed il mazzo di chiavi che accende la macchina dell’ossigeno….. Ora Lucia respira con tutti i suoi muscoli, del torace, dell’addome, del collo, delle spalle. Uno sforzo immane, ma ancora ce la fa. Nessuna copertura di rete….
Centododici passi, poco più di un minuto di strada. La schiuma sale alle labbra, al naso, è rossastra. La bocca è stirata, cianotica, le narici alitano, il respiro sempre più frequente e rumoroso.
Centododici passi tra il suo letto e l’ordine di una fiala di diuretico. Nessuna copertura di rete. Poco più di un minuto di strada… Lucia si esaurisce, si addormenta, cessa lentamente di respirare. Un ultimo fiotto di schiuma rosata ed il suo cuore si ferma. Nessuna copertura di rete.
Centododici passi. La distanza enorme tra la vita e la morte. Il guardiano era là. Potevate mandarlo a chiamarci. Non ci abbiamo pensato. Africa!
Quante Lucie dovranno ancora morire prima che la tua gente si liberi dalla schiavitù dell’inerzia?». (Paolo, 20 settembre) 

La situazione è veramente drammatica. I grandi donatori internazionali presenti nel Paese promettono aiuto ma per ora dobbiamo arrangiarci; e bisogna procedere subito..

…..Ho sentito Clara e le ho detto di procedere all'acquisto dei quello che ritiene necessario e fondamentale comperare subito.
«Dobbiamo continuare a motivare il personale locale. Dobbiamo continuare a sostenere questa gente nell’emergenza e nel quotidiano, nei nostri e loro limiti e negli slanci. Dobbiamo restare con loro. C’è molta paura, il personale è sottopagato e sotto stress. In quasi tutti i centri di salute lo staff è composto per la maggior parte da persone che non ricevono salario; sono o volontari (personale delle pulizie, portieri) o staff sanitario che attende di essere impiegato dal Ministero. Sostenere questi “lavoratori” è indispensabile. Noi siamo qui accanto a loro. Ce la possiamo fare solo insieme". (Clara, 21 settembre, ore 18)
Grazie della vostra amicizia, sostegno e preghiera
Don Dante Carraro
24 settembre 2014

Come ci puoi aiutare:
• Con 10 euro assicuri materiale informativo e di sensibilizzazione alla popolazione locale
• Con 20 euro garantisci il trasferimento del paziente sospetto dalle unità periferiche all’ospedale
• Con 30 euro copri i costi di analisi e test di controllo
• Con 100 euro assicuri i kit completi di protezione individuale: guanti, occhiali, camice, maschera, copri scarpe o stivali, copricapo
Causale Emergenza Ebola
c/c postale 17101353 intestato a Medici con l’Africa Cuamm
IBAN: IT 91H0501812101000000 107890 per bonifico bancario presso Banca Popolare Etica, PD
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