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Sabato 21 novembre al Libraccio Due di Via Vittorio Emanuele Monza, ore 17:30.

presentazione del libro "Umberto Dei” di Michele Marziani sarà presente l’autore.

Info Mariella 039 2003978

Michele Marziani è nato nel 1962 a Rimini dove attualmente risiede, ha vissuto a lungo sul

lago D'Orta e a Milano, è autore di “La trota ai tempi di Zorro” (2006) e diversi libri di

viaggi, vini e cibi, tra i quali “Lungo il Po” (2008) e “Il Gambero Nero - ricette dal carcere”

(2005) con il fotografo Davide Dutto.

Attorno ad Umberto Dei, ma soprattutto al mito della sua bicicletta si snoda il romanzo di

Michele Marziani, dove il protagonista, Arnaldo Scura, lascia un remunerativo lavoro da

broker finanziario per fare il meccanico di biciclette.

Biografando una bicicletta, lo scrittore riminese ci accompagna dentro una storia di uomini

e di donne che sfidano il destino con il coraggio delle loro scelte, e provano a intendersi

senza fra-intendersi.

Il linguaggio utilizzato, un monologo interiore in cui le parole degli altri non sono chiuse tra

virgolette ma inglobate nel testo, consente lo scorrere dolce e veloce di una storia che ha il

sapore di una favola contemporanea, poetica e reale.

Umberto Dei era un meccanico apprendista, quando costruì la sua prima bicicletta nel

1896 e iniziò così la sua carriera; a causa degli scarsi mezzi finanziari inizialmente si

limitava alla costruzione di biciclette per piccoli commercianti locali e modelli da corsa per i

suoi amici e compagni, che assieme a lui correvano, e pagavano in anticipo il costo dei

materiali di costruzione.

Nel 1897 Umberto Dei andò a Parigi con altri tre corridori italiani per partecipare ad una

corsa ciclistica dove vinsero, i compagni di squadra sostennero che la sua bicicletta

“autocostruita” risultava più veloce perché più leggera rispetto alle altre.

Da quell’anno diventò il rappresentante della bandiera Italiana per la costruzione di bici da

corsa e iniziò l’ascesa costante dei suoi prodotti, i professionisti migliori cominciarono a

scegliere le biciclette costruite da lui e lo stesso accadde con molti corridori stranieri.

 

 

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