altraecnomiaE’ stata una bella serata quella del 10 maggio, dedicata ad una tavola rotonda intorno ai temi della  speculazione finanziaria, approfonditi nel saggio di Altreconomia “Lo speculatore inconsapevole”.

Erano presenti  ed hanno portato un importante contributo: Pietro Reitano (l Direttore di Altreconomia), Fabio Silva (fondatore Banca Etica) Simone Pulici (Segretario CGIL di Monza) ed Egidio Riva (Docente di Sociologia del lavoro dell'Università Cattolica).

Si è parlato di speculazione a tutti i livelli: dalla speculazione finanziaria alla speculazione sulle derrate alimentari, alla quale partecipiamo, nostro malgrado, con i nostri consumi.

Ogni consumo o servizio nasconde una speculazione: nella scelta di un caffè  o del pane, nella scelta di una banca dove mettere i nostri (oggi pochi) risparmi e per i nostri pagamenti.

E inevitabilmente si è parlato della crisi economica e della disoccupazione: anzi è da qui che il docente Riva dice bisogna iniziare per ogni analisi della crisi che è una profonda crisi di sistema. Crisi provocata da una precisa scelta economica: spostare gli investimenti dalla produzione di beni alla finanza che assicura facili guadagni (a chi specula ovviamente), ma che provoca impoverimento di tutte le classi sociali che vivono del proprio lavoro.

Il dibattito ha comunque tentato di dare una speranza a tutti noi, raccontandoci le esperienze di economia alternativa: il mondo equo/solidale dove il lavoro è pagato per il suo valore, una Banca (Etica) che sceglie di investire solo in prodotti etici e puliti, il rapporto diretto tra produttore e consumatore come l’esperienza di “Spiga e Madia” in Brianza, dove collaborano contadini e consumatori per avere dell’ottimo pane ad un giusto costo ed un giusto prezzo.

Insomma: siamo tutti un po’ speculatori Inconsapevoli, ma consapevolmente possiamo uscire dalla logica di “mercato” facendo delle scelte etiche per i nostri consumi.

Bisogna dedicare un po’ più di attenzione, un po’ più di impegno, un po’ più di tempo, ma il risultato è una piccola rivoluzione che si può incuneare nelle maglie del sistema, che può portare a dare il giusto valore al lavoro ed a ritrovare rapporti tra le persone basati su obiettivi condivisi.

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