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Pier Luigi Bersani è il nuovo segretario del Partito Democratico.
"Dentro la vittoria di tutti c'è anche la mia" ha commentato su Twitter.

Poco dopo nella sua prima conferenza stampa annuncia: "Costruirò il partito, sono orgoglioso di farlo.

 

Questa è una grande vittoria di tutti, elettori e militanti e con Dario e Ignazio lavoreremo assieme (leggi qui i loro commenti sul voto delle primarie), un lavoro di squadra. Voglio rivolgere una parola di amicizia e rispetto per Franceschini e Marino, lavoreremo insieme per il nostro partito. Voglio ringraziare Dario Franceschini che mi ha telefonato riconoscendo il risultato delle primarie".

E a chi tra i giornalisti si chiede se sarà così solo fino al sette novembre, giorno dell'Assemblea del PD, sembra rispondere poco dopo: "Sarà partito senza padroni, non di un uomo solo, ma un collettivo di protagonisti, il Pd è un partito senza padrone. Farò il leader a modo mio, il PD non sarà di un uomo solo. Un grande partito popolare è un collettivo di protagonisti e questa sarà la chiave del mio lavoro". Bersani sottolinea un passaggio importante che prefugura la sua linea: "Preferisco che il Pd si definisca un partito dell'alternativa piuttosto che dell'opposizione, perché l'alternativa comprende anche l'opposizione ma non sempre è vero il contrario, e stare in un angolo a urlare non porta a nulla".

Il neo segretario a spoglio in corso riflette: "Voglio cominciare con l'orgoglio per quanto successo oggi. Tre milioni di persone sono una grande prova di democrazia. Tre milioni di persone che hanno pagato due euro a testa per partecipare alle primarie sono un grande risultato. Noi siamo orgogliosi di essere quelli che stanno costruendo un partito. Chi fa un partito realizza la costituzione repubblicana che parla di partiti e non di "popoli". Questo mette l'Italia al pari delle altre democrazie mondiali che non hanno partiti con dei padroni. Spero che questo nostro esempio induca qualcuno a riflettere sull'assenza di trasparenza su altri soggetti politici. Noi siamo stati e siamo un libro aperto. Questo risultato mi consegna la responsabilità di guidare il Pd. Sopra o sotto il 50%? Vedremo, a noi risulta sopra il 50%. Ora collaborazione con tutte le opposizioni, ma io voglio il partito dell'alternativa". E annuncia la sua prima iniziativa sul tema del lavoro: "Domani sarò a Prato, per incontrare gli artigiani che vivono la crisi, perché bisogna rompere il muro tra politica e lavoratori". Il distretto toscano del tessile è infatti in affanno, stretto tra la delocalizzazione delle fabbriche in Cina e nell'Europa dell'Est, e pesa anche la "concorrenza sleale" delle ditte gestite da cinesi, spesso irregolari e abusive.




Il primo giorno da segretario.
Al mattino un'intervista radiofonica ai microfoni di Cnr, per ribadire che "il primo gesto da segretario sarà quello di occuparmi del lavoro e della precarietà, poiché credo che abbiamo bisogno di riportare la politica ai fondamentali e i media a parlare delle condizioni reali delle persone".

In radio è tornato anche sull'Ulivo: "Ho sempre detto che in quel movimento c'era il sapore di una grande riscossa civica, non era solo un'operazione politica. Questo è un punto che intendo riprendere perchè abbiamo bisogno di metter dentro alla forza che abbiamo fatto vedere ieri, una spinta che viene dall'idea che questo Paese può vivere intorno alle regole, ai meriti, ai diritti, ai doveri, alla sobrietà della politica. L'Ulivo mi pare rappresentasse questo: quindi è un tema da riprendere".

Oggi, come primo atto, Bersani ha incontrato i lavoratori di Prato dove la crisi ha causato la perdita di migliaia di posti di lavoro e dove dopo 63 anni di giunte di sinistra, alle amministrative dello scorso giugno il Comune è stato conquistato dal centrodestra.

"Occorrono interventi per l'economia, ma si può' fare solo se si ha coraggio. Berlusconi e
Tremonti vengano in Parlamento a parlare della crisi, possibilmente in modo non onirico". Così il nuovo segretario parlando parlando ai lavoratori e agli artigiani della Orditura Villanti di Prato. "In 17 mesi - ha continuato Bersani - non sono mai venuti in Parlamento a discutere della crisi, ma hanno messo solo voti di fiducia. Siamo sempre in mezzo ai problemi del premier e non possiamo occuparci dei problemi della gente: è la vergogna di questo paese".

Quindi smentendo le false promesse spot lanciate dal governo, Bersani ha dichiarato che “non è vero che gli ammortizzatori ci sono per tutti, non è vero che tutti avranno un salario. E' una
vergogna che lascino passare informazioni che tutti avranno un salario quando non è vero".

"E' da un anno che ci dicono che la crisi e' psicologica che la lasciavamo alle spalle. Non è così. Occorre fare una manovra per affrontare la crisi. Chi governa non ha il coraggio, il consenso va usato per governare. E' ora di dare un giudizio veritiero sulla crisi, che e' finanziaria e occupazionale".

"Bisogna andare incontro alle piccole imprese direttamente – ha concluso Bersani -. Non si può girare sempre attraverso le banche, non si possono dare i soldi alle banche che poi li danno alle
imprese: occorre darli direttamente alle imprese. Bisogna mettere un po' di soldi nelle tasche degli italiani. Milioni di persone e di famiglie in questi giorni sono in ansia, hanno paura e vendono che non si parla di loro".

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