sport_eticaSettimana scorsa si è svolto il convegno sul tema “etica e valori nello sport”, organizzato dall’UPFUniversal Peace Federation in collaborazione con l’UISP l'Unione Italiana Sport per Tutti - Comitato Monza Brianza e con l'adesione del Comune e della Provincia di Monza e dell'Ufficio Scolastico Provinciale.

Ha introdotto gli argomenti il Consigliere Delegato allo Sport del Comune di Monza Silvano Appiani, rileva che in questo momento, dove si stanno perdendo i valori di riferimento principali, è fondamentale parlare di etica dello sport.

Precisa che il significato greco della parola etica èthos, "carattere", "comportamento", "costume", "consuetudine" è un ramo della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico ovvero distinguerli in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati.

Lo sport è immagine del comportamento, al sapersi rapportare con altri individui, è un linguaggio universale, che fa convivere culture e linguaggi diversi. È oltre che un fenomeno sociale anche culturale ed è importante non solo per la sua diffusione ma anche per il futuro della nostra società.

Il Presidente Regionale dell’UISP Paolo Della Tommasa dichiara cosa non fanno le istituzioni e la società per quest’argomento, afferma che esiste il notevole contributo dei volontari in ambito sportivo, ma non bastano.

In passato l’educatore sportivo consigliava allo sportivo “comportati sportivamente” e in queste parole si concentrava tutto il significato dell’affermazione ma oggi, però la carica di questo valore è stata sostituita da altri valori.

Oggi sono circa centomila le società sportive sul nostro territorio con circa un milione di volontari, lo sport non deve essere solo spettacolo, ma deve essere una palestra della virtù personale.

Afferma che, lo sport nazionale riceve dallo Stato circa quattrocento milioni di euro l’anno, che un euro investito nello sport porta ad un risparmio di tre euro nell’ambito della sanità nazionale.

Inoltre quattro giovani su dieci non praticano sport e quattro su dieci terminano di praticarlo perché non riescono a conciliare il loro tempo con i vari impegni scolastici e/o lavorativi.

Occorre quindi “trattenere” questi giovani, bisogna incoraggiarli a rimanere nell’ambito sportivo mediante regole definite dallo Stato.

Su cento cittadini, quaranta sono sedentari e questo porta un appesantimento nell’ambito sanitario. Aumentano invece le scommesse in ambito sportivo e quindi bisogna introdurre regole che spostino l’interesse da economico a etico.

Bisogna creare nelle società sportive spazi per coltivarne l’etica concretamente, specialmente tra i giovani che iniziano il loro percorso sportivo e bisogna puntare sugli educatori/allenatori giovani.

Apprezzata la testimonianza  dell’allenatrice di ragazzi in difficoltà dell’Associazione sportiva Special Olimpics che permette a tutti i partecipanti di esprimersi sportivamente, di praticare attività liberatorie motorie e di stare assieme a “tutti gli altri” per giocare tutti assieme e grazie a questa partecipazione iniziale giocosa, hanno intrapreso attività sportiva.

Dino Dolci ex Assessore allo sport di Monza, sostiene che il business nello sport è importante, ma bisogna mantenerne inalterato il cuore. La premessa legislativa definisce che lo sport deve essere finanziato, ma in Italia purtroppo siamo al ventisettesimo posto europeo per quanto riguarda la partecipazione sportiva, dove il 40% non pratica sport, il 38% lo pratica saltuariamente e solo il 22% continuativamente.

Siamo al ventisettesimo posto per ore praticate in educazione fisica nelle scuole e chi è al ventiseiesimo posto, ne pratica il doppio delle nostre.

È fondamentale che nei programmi politici si descriva cosa intendono concretamente perseguire nell’ambito dello sport.

Giuliano Rusca, Responsabile dell'attività di base dell'Inter Calcio ci dice che il calcio in Italia coinvolge circa un milione di persone, di queste circa centomila in Lombardia, La FIGC, afferma “chi  pratica calcio deve rispettare le regole del Fair Play”.

Aggiunge dicendo che La UEFA, ha svolto un’indagine dell’etica tra i giovani ed è emerso che: oltre l’80% dei ragazzi che praticano il calcio, commettono scorrettezze volutamente, che l’80% di chi gioca non conosce le diciassette regole del calcio, che un’alta percentuale dei ragazzi è disposta a doparsi pur di diventare famoso e che il 90% dichiara che la cosa più importante nella competizione è vincerla !

Con questi dati, ci si domanda: cosa bisogna fare ? Bisogna fornire competenza nell’ambito calcistico, purtroppo il maggior numero dei ragazzi che praticano il calcio non conosce il significato del Fair Play e quindi bisogna istruire affinché le poche regole definite siano recepite e messe in pratica sempre e in qualunque disciplina sportiva.

Il Presidente del CONI Lombardia Pier Luigi Marzorati, afferma che è anche necessario perseguire un ammodernamento alle infrastrutture sportive e crearne nuove, investendo nella formazione dello sport, che è anche un grande valore sociale.

Molto apprezzati gli interventi di professionisti appartenenti a varie discipline sportive del calcio, del rugby, della pallavolo che praticano con passione lo sport anche per abbattere  barriere culturali e per avere una vita sociale basata su valori sportivi oltre che religiosi.

Si rimarca la famosa frase di Nelson MandelaLo sport ha il potere di cambiare il mondo, ha il potere di ispirare, ha il potere di unire il popolo, come poche altre cose fanno.”

Finisce l’evento, con tutti concordi nell’affermare che lo sport è fatto sociale totale e deve assumere una vera dimensione educativa, trasmettendo ai giovani atleti valori positivi, che non possono trascendere dall'etica e dal rispetto delle regole insite nella competizione. Attraverso la passione comune e la pratica dello sport si favoriscono inoltre la conoscenza reciproca, l'amicizia e l'integrazione tra persone di culture, nazionalità e tradizioni diverse.

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