La gravità della realtà in cui versa la Tenaris Dalmine, che investirà un terzo dei dipendenti prevedendo per i prossimi due anni un taglio di oltre mille lavoratori, deve essere discussa al tavolo del Governo nazionale, come hanno chiesto Carlo Spreafico e Antonio Viotto a seguito dell'incontro con i rappresentanti della dirigenza e dei lavoratori della Tenaris con le commissioni Attività produttive e Lavoro del Consiglio regionale.

"Questo è il caso più grave di crisi occupazionale di questa fase in Lombardia - hanno dichiarato i consiglieri - e riguarda la più grande impresa metalmeccanica lombarda. Il problema della riorganizzazione della Tenaris non è un problema di ammortizzatori sociali, né solo di Bergamo, ma di politica industriale regionale ed europea. Occorre chiedere con urgenza ai ministri dello Sviluppo economico Scajola e del Lavoro Sacconi un incontro a Roma per sottolineare al Governo la gravità e complessità della crisi in Lombardia".

Un sollecito ad un intervento più radicale da parte della Regione Lombardia è arrivato anche da Giuseppe Benigni e Maurizio Martina.

"Formigoni - hanno sostenuto - deve spendersi direttamente. Un ridimensionamento dell'azienda, oltre a produrre costi sociali insostenibili, sarebbe un pessimo segnale per tutto il sistema produttivo lombardo e per questo motivo occorre che la Regione metta in campo, con il suo Presidente in prima persona, un'idea di sviluppo e di futuro per l'industria lombarda. Abdicare a questa responsabilità, come la Regione sta facendo, può solo impoverire la Lombardia".

 

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